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MotoGP, i tecnici dei top rider svelano le strategie sui set-up

Il tracciato di Misano raccontato da Hernandez, Galbusera, Nava e Rigamonti, ognuno Capo Tecnico dei top-rider in Honda, Yamaha, Aprilia e Suzuki. Queste sono le loro strategie

Il Misano World Circuit Marco Simoncelli è una delle due piste situate in Italia che ospita il Motomondiale, dunque un tracciato molto conosciuto dagli appassionati di motori italiani: 4,2 chilometri di mix di curve veloci e ad angolo strettissimo, per lo più concentrate nei settori finali, che rendono fondamentale l’agilità del mezzo. Una gara che rivestirà una importanza cruciale, quando siamo ormai entrati nella fase finale del campionato, a soli sei appuntamenti dal termine. Per questo i margini di errore si assottigliano sempre più, e diventerà ancor più importante di quanto già non lo fosse prima per i team la cura dei minimi dettagli. Si deve essere semplicemente perfetti per poter restare al vertice davanti a tutti. Lo stesso per chi lotta per vincere e chi per migliorare e tornare in vetta, come per chi insegue. Serve essere perfetti per non commettere più errori, per chi fin qui ha deluso e deve rifarsi nel finale di stagione.

Ad ogni Capo Tecnico spetta l’arduo compito di dettare le linee guida per il buon funzionamento del lavoro di una squadra, e quindi per mettere i piloti nelle migliori condizioni di competitività: Santi Hernandez, è il capo-tecnico di Marquez in Honda, Silvano Galbusera, capo-tecnico di Rossi in Yamaha, Giulio Nava, capo-tecnico di Lowes in Aprilia, e Marco Rigamonti, capo-tecnico di Iannone in Suzuki, spiegano a motogp.com come si stanno preparando al 13° Gran Premio della MotoGP e come dovranno settare le rispettive moto in virtù delle necessità di guida dei loro top-rider.

HONDA E YAMAHA: PER MARQUEZ FIDUCIA DOPO I TEST, GALBUSERA ORFANO DI ROSSI – Santi Hernandez sa che Misano non è un circuito favorevole alla Honda RCV, che in passato vi ha sempre sofferto parecchio, ma Marc Marquez è in corsa per il titolo e non si potranno permettere una gara da comparse: «Sappiamo che abbiamo sempre problemi sul tracciato di Misano, ecco perché è stato molto buono quest’anno testare prima del Gran Premio. In questo modo siamo riusciti a trovare una base per il weekend di gara. Tuttavia, come sempre, questa dipende fortemente anche dal tempo e dalle condizioniCi sono angoli veloci, zone di frenata rigida e molte modifiche di direzione. Anche veloci cambi direzionali. Ecco perché il guidatore ha bisogno di una grande sensazione sulla ruota anteriore», dice Silvano Galbusera, che però sarà orfano del suo pilota Valentino Rossi.

PER APRILIA E IANNONE UNA GARA DI CASA COME ANCORA DI SALVEZZA DELLA STAGIONE –  Entra nei particolari nello spiegare il set-up che andrà a ricercare Aprilia invece Giulio Nava, forse perché più libero da ogni segretezza e pre-tattica rispetto ai due sopra citati, in quanto Sam Lowes è tra gli ultimi in classifica e fuori da ogni lotta per qualche obiettivo: «A causa dei molti cambiamenti di direzione e delle curve strette, il guidatore ha bisogno di un sacco di agilità dal motore. Inoltre, c’è bisogno di un sacco di stabilità per poter fermare la moto nelle curve lente e poter accelerare bene. La cosa più importante a mio avviso è la stabilità nella fase di frenata e l’accelerazione. Andando in questa direzione, si sacrifica qualcosa negli angoli veloci, ma puoi essere migliore negli altri settori». Una direzione che pare essere l’opposto di quella scelta da Marco Rigamonti per aiutare Andrea Iannone a togliersi la prima soddisfazione con Suzuki nella sua gara di casa: «Negli angoli veloci i piloti hanno bisogno di tanta fiducia per l’anteriore. In queste sezioni, però, la parte anteriore è molto leggera, quindi di solito è necessario avere più peso all’avantreno rispetto ad altri circuiti». Come ormai sappiamo, nella MotoGP odierna è gara aperta tra i piloti in pista, ma anche tra le squadre ai box. Vedremo di chi sarà la strategia più efficace in quel di Misano.

Luca Agnelli

Mi piace il giornalismo e studio Scienze della Comunicazione, ma sono timido: allora scrivo. Il mio cognome fa parte del mondo dei motori da prima che lo decidessi io. Da piccolo spegnevo la tv a mio papà che guardava le corse perché volevo giocasse con me. Poi ho iniziato a seguirle insieme a lui. Adesso guai a chi me le toglie.

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