MotoGP

MotoGP, Marquez fischiato a Misano: «Comportamento indegno, i miei tifosi non lo facciano»

Marc Marquez ha commentato coi media spagnoli i fischi ricevuti mentre esultava sul primo gradino del podio a Misano

Era già accaduto più volte al Mugello, ma ieri anche Misano si è macchiata dello stesso peccato. Da sotto al podio del “Marco Simoncelli World Circuit”, dove Marc Marquez stava festeggiando la sua 4° vittoria stagionale, giunta con un sorpasso ai danni di Danilo Petrucci perfettamente e intelligentemente studiato, si sono alzati fischi sonori all’indirizzo del pilota spagnolo della Honda che veniva annunciato dallo speaker come trionfatore della gara. Marquez non è sembrato dare troppa importanza all’accaduto sul momento, ma ha detto la sua in merito quando è stato interpellato dai media spagnoli, i quali non hanno perso l’occasione per rimarcare l’episodio: «Posso capire i fischi sotto il podio – ha sorprendentemente detto il numero 93 – ma non quando un pilota finisce a terra. Quando succede rischi la vita. Non concepisco il fatto di essere contenti per la caduta di qualcuno. Per me è una cosa molto triste» ha affermato.

«BISOGNA TIFARE IL PROPRIO PILOTA E AMMIRARE GLI ALTRI, MA FANNO COSI’ ANCHE CON VALENTINO IN SPAGNA» – Il 5 volte Campione del Mondo sembra poi voler lanciare un messaggio alla tifoseria italiana che lo ha preso di mira, individuata come solo una parte del pubblico nostrano al seguito di un pilota in particolare (molto probabilmente il suo acerrimo rivale Valentino Rossi, di cui Misano è la pista di casa e del quale c’erano tantissimi sostenitori come da tradizione, nonostante l’assenza) quando dice: «Bisogna tifare il proprio pilota e ammirare gli altri, ma sono parole al vento. Niente di nuovo purtroppo, qualcuno fa così pure con Valentino in Spagna. Fischi ridicoli, imbarazzanti, da persone di basso livello. Spero che i miei tifosi non lo facciano mai e che in futuro non succeda più per nessun pilota. Non è un comportamento degno». I fischi al merito sportivo di un avversario sono leciti, perché esiste la libertà di pensiero e di espressione, ma nel Motor sport non sono generalmente ben accetti in quanto sintomo di profonda mancanza di rispetto verso atleti che, uniti tutti dalla stessa passione e amore per una disciplina, si spingono costantemente al limite alla ricerca della gloria e del successo; e i brividi, le emozioni e lo spettacolo che ci regalano, non dobbiamo dimenticarlo, è frutto dei rischi che sono disposti a prendersi queste persone; persone come noi, con una famiglia che li aspetta a casa, alcuni di loro anche padri.

PIU’ RESPONSABILITA’ DA PARTE DEI PILOTI PER FAR FINIRE UNA VERGOGNA “MONDIALE” – Per questo il comportamento che si è visto a Misano viene bollato come “tifo da stadio”, nel lato più negativo e antisportivo che purtroppo si porta dietro questo atteggiamento nel senso comune: ma i piloti non sono calciatori, e cadere in pista a 300 km/h ha qualche probabilità in più di farti seriamente male che non un contrasto corpo a corpo sull’erba. Questo l’Italia dovrebbe ricordarsi, per evitare che il malcostume del calcio, anziché circoscriversi sempre più a frange isolate, dilaghi fino a diventare brutta usanza anche della passione motoristica nostrana. Uno spettacolo impietoso che va in onda davanti agli occhi di tutto il Mondo, e non solo del Paese, quando si tratta di un evento di MotoGP. Marquez ha fatto il primo passo rivolgendosi ai suoi fan. Anche agli altri piloti spetta fare forse la stessa presa di consapevolezza e responsabilità che la fama e l’idolatria, in cambio delle tanto bella e desiderata popolarità, richiedono.

Luca Agnelli

Mi piace il giornalismo e studio Scienze della Comunicazione, ma sono timido: allora scrivo. Il mio cognome fa parte del mondo dei motori da prima che lo decidessi io. Da piccolo spegnevo la tv a mio papà che guardava le corse perché volevo giocasse con me. Poi ho iniziato a seguirle insieme a lui. Adesso guai a chi me le toglie.

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