MotoGP

MotoGP, Morbidelli: «Valentino Rossi mi aiuta a superare le insicurezze»

Franco Morbidelli ha ammesso che l’anno scorso ha avuto problemi di insicurezza e che Valentino Rossi, da buon mentore, ha cercato di risolvere i suoi problemi

Nel suo personale esordio tra i grandi, Morbidelli è stato il miglior rookie, unico a punti insieme al malese Syahrin. Ha dimostra subito un discreto feeling è un buon passo con la sua nuova moto. Ricordando che l’anno scorso, era riuscito a trionfare nella categoria di mezzo, attirando su di sé l’interesse di più squadre, tuttavia Franco ha preferito saggiamente continuare il progetto e la partnership con Marc VDS anche in MotoGP.

Morbidelli ha partecipato alla presentazione del marchio di scarpe Lumberjack, diventato lo sponsor ufficiale della squadra Team Estrella Galicia Marc VDS per MotoGP e Moto2. L’evento di lancio è stato realizzato negli uffici dell’agenzia milanese Guitar. I più attenti, durante la prima gara in Qatar, avranno già notato il casco di Morbidelli con una foglia di acero stampato sopra, che è proprio il simbolo del noto brand.

Proprio durante la presentazione dell’accordo con il nuovo sponsor, Morbidelli ha espresso delle interessanti dichiarazioni su sé stesso: «L’anno scorso Valentino mi diceva che non avrei dovuto preoccuparmi di Luthi (ora suo compagno di squadra nella categoria regina), perché ero molto più performante di lui. Io gli rispondevo che lo svizzero però aveva fatto più podi del sottoscritto e che era molto più costante, nonostante io avessi vinto più GP. Lui mi osservava e mi ripeteva di continuare a dare il 100% e di non preoccuparmi. Ma la mia non era umiltà, non mi vergogno a dirlo che era solo ed esclusivamente insicurezza personale, che forse mi serve anche per continuare a tenere alta la soglia dell’attenzione e a stimolarmi sempre di più. Sul mio debutto in MotoGP, nessun romanticismo, solo la classica tensione. Ho guardato la Moto3 e l’ho sentita salire, quando ho guardato la Moto2, per ovvi motivi, è salita ancora di più: non ero più tra di loro, tra i giovani, ma tra i big e il mio momento stava arrivando sempre più in fretta. Per quanto concerne la 8 ore di Suzuka, questa stagione il calendario non mi permette di parteciparvi. E poi c’è una cosa che ho capito immediatamente, che quando sei appena arrivato in MotoGP è bene pensare solo alla nuova categoria e non ad altre competizioni».

Andrea Agosto

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