MotoGP
MotoGP, le pagelle del Qatar: Dovizioso super, Rossi Highlander
Un Dovizioso super seguito da Marquez sempre combattivo e Valentino Rossi che non molla un colpo: ecco le pagelle della MotoGP in Qatar
Andrea Dovizioso 10 – Bravo Desmodovi che anche questa volta ha fregato alla grande Marc Marquez, costringendolo all’ennesimo tentativo di strike all’ultima curva! Quando il Dovi è così in palla, neanche il Grande Lebowski lo abbatterebbe, figuriamoci il Cabroncito. Per la cronaca, la sfiga nera che sempre ha colpito il buon Andrea nei suoi lunghi anni in MotoGP, sembra essere trasmigrata per un qualche motivo sulla moto n°99 che occupa l’altra metà del box. Anche questo significa essere campioni.
Marc Marquez 9 – Ha passato tutto il tempo a ripetere che questa non è la sua pista, che qui era importante arrivare in fondo, che l’importante era non perdere punti, ma in realtà ha preso una legnata sui denti degna dei peggiori b-movie da Hong Kong. Nel parco chiuso è andato ad abbracciare il Dovizioso bisbigliando qualcosa del tipo: «Stavolta ti è andata bene che non ti ho preso, ma la prossima stai certo che ti stendo».
Valentino Rossi 8 – Il vero, unico e solo Highlander della MotoGP. Manca poco al deambulatore, eppure continua ad esprimere badilate di talento umiliando fior di giovincelli in pista. Podio alla prima gara, con tutto il mondo che gli tira i piedi da ogni parte ed una sonora grattata di risposta lanciata direttamente dal parco chiuso del Qatar. Correrà fino a 41 anni? Se va avanti così, potrebbe anche andare oltre…
Johann Zarco 7 – Il gioiello, il predestinato, il talento cristallino umilia tutti. Fino a che le gomme gli ricordano che le gare durano più di venti giri e a quel punto c’è poco da fare, la fuffa non basta. Quando imparerà a non correre ogni singolo giro al limite come fosse una qualifica, diventerà un serio pretendente a vittorie e titolo. Fino ad allora, continuerà spesso a recitare la parte dell’Anatra all’arancia. Je suis Hervè.
Alex Rins 6 – Lo spagnolo stava facendo una gran gara prima di sparaflasharsi nella via di fuga. Stava girando fortissimo, dimostrando che nonostante nel suo box non ci sia Belen a fare da Coach, riesce lo stesso a spremere il massimo potenziale dalla Suzuki. Brivio alla vigilia del GP ha detto che c’è voglia di confermarlo e la prima gara è la miglior spiegazione per questa volontà.
Jorge Lorenzo 5 – Qui si inizia male. Certo, è vero che restare senza freni su una MotoGP equivale ad enunciare con piglio alquanto volgare l’intero calendario poco prima di approcciare una curva, ma anche prima del tentativo di auto scomunica di cui sopra, lo spagnolo non è che andasse come un fulmine. Costantemente terza Ducati su tre ufficiali e spesso a tiro di Jack Miller, che ha a disposizione la GP17. Lo spagnolo inizia seriamente ad essere in difficoltà quando il nipotino gli chiede: «Zio, ma com’è che guadagno così tanto mentre a vincere è Dovizioso?». E di fronte all’innocenza di un bambino, sono problemi grossi.
Maverick Vinales 7 – Grande gara, rimonta incredibile e dimostrazione di forza. Peccato per la dichiarazione post gara: «Ho smesso di seguire le indicazioni di Rossi e adesso la moto va meglio!». Ora, non è che noi siamo presenti nei box durante i test, ma siamo propensi a dubitare sul fatto che Valentino entri nel box Yamaha dicendo: «Da adesso, si monta il forcellone alla rovescia e amen». Quindi, caro Top Gun denojartri, ma perché non pensi semplicemente a dargli del gran gas? Se non sbagliamo (e non lo facciamo) dalla Yamaha hanno detto che sono disponibili a sviluppare due moto molto diverse tra loro. Invece di accusare le scelte di Rossi, prendi le tue e dimostra che sei davvero il figlio illegittimo di Tom Cruise. No perché iniziamo a dubitare che in realtà sia stato uno dei Pinguini di Madagascar a segnare il colpo quella sera. E quelli, non volano.
Ducati 10 – Hanno capito che per vincere si devono affrontare anche quelle cose strane sparse in giro per piste che si definiscono “Curve”. Il motore continua a motorare più degli altri, l’aerodinamica continua ad essere da riferimento quanto quella di un Concorde rispetto ad un biplano. Se è vero che hanno fatto anche un ottimo telaio, ci aspettiamo invocazioni celestiali da parete dei rivali in ogni dove. E anche per ogni Dovi.
Honda 9 – Per la prima volta da oltre un secolo la moto è già una MotoGP alla prima gara. Di solito iniziano montando uno di quei motori per Gp Kart 4 tempi a noleggio, sapete quelli che quando sei sul Kart devi spingere avanti e indietro il volante per toccare i 35 km/h. Invece quest’anno hanno dato a Marquez, Pedrosa e Crutchlow la moto vera dalla prima gara. O è arrivata la cassa sbagliata a Losail, oppure hanno seriamente paura della Ducati. E secondo noi è più vera la seconda.
Yamaha 6 – Dunque riassumiamo: in qualifica segna la pole il pilota privato, speranza del futuro, ma senza moto e senza team Yamaha per il 2018. In gara arriva sul podio il quasi quarantenne che per quanto immortale, non è che sia proprio il pilota del futuro. La vera promessa, l’uomo destinato a vivere un ciclo di vittorie, è stato asfaltato sia in qualifica che in gara, fino a che le gomme del privato hanno retto salvo poi volare verso il paradiso degli pneumatici lasciandolo sui cerchioni. Qualcosa non quadra ad Iwata e se non capiscono cos’è, il tunnel potrebbe rivelarsi molto più lungo del previsto
Menzioni speciali:
Lorenzo Dalla Porta 9 – Non ha creduto in se stesso fin dal primo giro, altrimenti sarebbe rimasto a tiro del gradino più alto del podio. Un pilota ritrovato, che dopo una stagione difficile sta dimostrando di essere un altro talento cristallino sfornato dal vivaio italiano sempre più ricco negli ultimi anni. Bello vederlo commosso e felice sul podio.
Pecco Bagnaia 10 – Vittoria netta alla prima gara da pilota Ducati. No, non è che abbia corso in MotoGP e la Ducati di certo non ha messo le mani sulla sua Moto2, ma è bello vedere che l’avere già un futuro roseo davanti non ha in alcun modo condizionato il presente. Il ragazzo della VR46 è tostissimo e la sua crescita sembra inarrestabile allo stato attuale. Se dovesse continua ad andare così forte, potremmo ritrovarci in casa un altro gran pilota destinato a lottare duro in MotoGP
Italia in MotoGP 10 – Ragazzi, grazie. Grazie a tutti. Grazie ai piloti della Moto3 che lottano carena contro carena e dimostrano che il nostro futuro nel motociclismo è roseo. Grazie a Bagnaia, Baldassarri e Pasini in Moto2, che non si tirano indietro e distribuiscono legnate in tutte le direzioni ai rivali ricordando da vicino i tempi in cui la middle class, la 250 GP, era un affare interno per i piloti italiani. Soprattutto grazie a tutti i ragazzacci della Ducati, quelli che a Bologna hanno saputo consegnare a Dovizioso una moto per vincere dalla prima gara. Grazie a Dovizioso, ormai un punto fermo del top della classifica, un uomo su cui puntare, una certezza. Grazie a Rossi, eterno Peter Pan che non rinuncia al sogno di volare e infatti vola ancora una volta sul podio, dimostrando che la forza di volontà sa battere qualsiasi anagrafe. Grazie insomma a tutta l’Italia che va in giro nel Paddock, dai tecnici,agli ingegneri, ai piloti. Siamo tutti orgogliosi di ognuno di voi. Magari è presto per dirlo, ma dopo questa prima domenica di gare l’urlo affiora spontaneo: «Andiamo a Valencia, andiamo a Valencia!».