cilindrate motogp
Tra gli anni ’90 e 2000 il regolamento tecnico della MotoGP ha subito diverse modifiche, in particolar modo nell’area riguardante i motori da utilizzare e conseguentemente la loro potenza. Le cilindrate MotoGP attualmente in uso sono il frutto di un lento e progressivo processo che ha, inevitabilmente, dovuto tenere conto dell’impatto ecologico/ambientale.
L’ultima modifica al regolamento vigente risale al 2012, quando si stabilì che i motori della MotoGP dovessero avere una cilindrata non superiore ai 1000 cc e al massimo, quattro cilindri. Nel pieno rispetto di tali parametri, i motori sono stati realizzati con un propulsore non turbo, quattro cilindri a quattro tempi collegato ad un cambio manuale a sei marce, in grado di toccare velocità superiori a 350 km/h.
A partire dal 2003, inoltre, con il passaggio da classe 500 cc a Classe MotoGP, viene sostituita la configurazione del motore a due tempi con quella a quattro tempi, definitivamente ed effettivamente messo da parte soltanto a partire dalla stagione 2007. Sempre nell’ottica di una miglioria dal punto di vista ambientale, oltre che naturalmente dal punto di vista tecnico e concreto, la configurazione a quattro tempi si impone nella classe regina, costringendo a ridimensionare anche la cilindrata dei motori, da 990 cc agli 800 cc. Adeguandosi alle norme imposte, i team hanno via via adottato motori con assetti e conformazioni diversi, prima con propulsori a 2, 3, 4 o 6 cilindri, poi con la scelta di adottare una conformazione standard a 4 cilindri, i vari team hanno optato per assetti diversi, chi a V, chi a L o in linea.
A partire dal 2012 la FMI ha imposto rigidi paletti per ciò che concerne i limiti di peso e la capacità del serbatoio, sempre allo scopo di salvaguardare il più possibile l’incolumità dei piloti. Se prima il peso minimo oscillava tra i 133/135 kg e i 163/165 kg, dal 2012, in conformità con la cilindrata MotoGP, si è bloccato a 150 kg, fino a un peso massimo di 157 kg, per motori con cilindrata compresa tra 801 e 1000 cc. Allo stesso modo, è variata anche la capacità del serbatoio: dal 2004 al 2016, infatti, il limite è oscillato dai 24 ai 20 litri, fino ad assestarsi nuovamente sui 22 litri.
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