MotoGP
MotoGP, Petrucci: «Sono penalizzato dal peso rispetto ad altri come Valentino Rossi»
Danilo Petrucci, il velocissimo e sempre più popolare pilota italiano del Team Ducati Pramac, ha parlato in radio di MotoGP, gomme, allenamenti e vita privata
«Io sono arrivato giovane a 21 anni in MotoGP, ma iniziando con l’ultima moto tra le ultime. Solo dopo la gente poi si accorge di te». Così esordisce Danilo Petrucci, il sempre più popolare pilota italiano di Terni che però parla come Valentino Rossi (e lui lo spiega perché «ho abitato a Tavullia fino all’anno scorso») da ospite ad un programma radiofonico su Radio Deejay. Il rider del team Ducati Octo Pramac, con il consueto umorismo che lo contraddistingue, si è prestato a rispondere a molte curiosità su quello che si cela nel dietro le quinte del circus della MotoGP: «Quando non corriamo noi piloti ci alleniamo molto fisicamente, io ho un preparatore che mi segue tutti i giorni, anche se delle volte essere tanto pesante come sono io è un limite perché si deve essere il più leggeri possibile per andare forte: è una questione di costituzione, sono alto come Valentino ma mi penalizza che peso penso 12 kg in più di lui, ma mi chiedo come fanno quelli più piccoli di me dato che già io faccio tanta fatica nelle gare dove fa caldo, Pedrosa è un metro e mezzo…».
«CON MICHELIN ALL’INIZIO GRANDI CADUTE» – «Sulle MotoGP non ci possiamo allenare, per limitare i costi dei test; non ti portano le gomme e il problema è risolto. Molte persone pensano che noi ci portiamo a casa le moto del Mondiale e andiamo addirittura per strada, invece giriamo in pista ma con altre. Per strada non supero mai i 90 perchè mi cago un po’ addosso – ha spiegato Petrux per gli ascoltatori meno esperti – quest’anno ci hanno fatto fare molte gare a giugno, quattro in cinque week end, e ci hanno lasciato questo mese di pausa. Ma ce l’hanno già riempito perché da domani giriamo per tre giorni a Misano per dei test e quindi vacanze già finite» (come vi avevamo anticipato qui la settimana scorsa). Petrucci si è poi soffermato sulla più tecnica questione delle gomme, che tanto sta facendo discutere nel campionato di MotoGP: «Negli ultimi anni, da quando abbiamo cambiato le gomme, all’inizio abbiamo fatto delle gran cadute e non era bello. Ci davano la sensazione di correre su un lago ghiacciato, correvi senza sapere bene quando potevi cadere. Allora abbiamo analizzato le cadute e i momenti in cui si verificavano e con la Michelin ci siamo messi a cambiare un po’ di cose e adesso la situazione è più tranquilla».
I SEGRETI DELLA GUIDA DA MOTOGP – Il ducatista a inizio carriera si era messo in mostra per essere uno molto veloce sul bagnato, ma adesso è diventato più competitivo in tutte le condizioni, come i recenti piazzamenti d’onore conquistati hanno dimostrato «forse perchè vengo dal fuoristrada, quando sono arrivato in MotoGP la mia moto andava piano rispetto alle altre e sul bagnato pareggiava un po’. Poi non so se son forte, mi sono convinto, anche se non me la sento. Tanti mi dicono “oggi piove sei contento?”, no gli rispondo!». Infine il numero 9 ha svelato alcuni interessanti particolari su come si imposta lo spettacolare stile di guida di un pilota del motomondiale: «L’abitudine a piegare tanto come facciamo noi viene col tempo; per le staccate prendiamo i riferimenti come fanno in Formula 1 con i cartelli, noi abbiamo quelli oppure delle strisce ogni 50 metri oppure l’inizio di un cordolo prima della curva, però non sempre puoi usarli perché a volte hai la moto con il pieno, a volte con le gomme usate, a volte sei in un giro di qualifica o stai solo mettendo a posto delle cose per la gara, quindi cambia. Ultimamente per imparare o ripassare i circuiti, sto giocando con il simulatore per le macchine, anche perché l’anno prossimo sembra che arrivino i GP in Thailandia e in Finlandia».