MotoGP
Il 2017 è l’anno della rivincita dei piloti satellite in MotoGP
Nelle ultime stagioni sempre più spesso abbiamo visto piloti dei team satellite competere con gli ufficiali per la vittoria: segno di una rivoluzione in atto in MotoGP
Un tempo le gare di MotoGP erano divise tra i piloti ufficiali e quelli dei team satellite, raramente le due parti battagliavano tra loro, tanto da far sembrare di assistere quasi a due diverse sfide ma nelle ultime stagioni la situazione è molto cambiata e in quasi tutte le gare la competizione è più aperta. Questa rivoluzione fa pensare che a breve un pilota di un team satellite potrà lottare per il titolo mondiale, rendendo la stagione ancora più ricca e imprevedibile. Vuol dire anche che i soldi non sono tutto quando si tratta di due ruote perché anche la passione e il duro lavoro sono in grado di far raggiungere importanti risultati in MotoGP. Lo scorso anno a vincere furono Jack Miller e Cal Crutchlow mentre in questo 2017 Danilo Petrucci ci è andato vicino in più di un’occasione così come i due debuttanti del team Yamaha Tech3.
Il centauro Ducati, che come i piloti ufficiali guida una GP17, è riuscito a salire sul podio al Mugello e ad Assen si è giocato la prima posizione con Valentino Rossi dopo una bagarre da brividi ed ha da poco deciso di rimanere col sul team anche per le due prossime stagioni, rinunciando proprio ad un contratto con un team ufficiale con Aprilia che lo aveva contattato. Johann Zarco è stato la sorpresa di questo Mondiale con pole e giri veloci già nelle sue prime gare da pilota MotoGP così come il suo compagno di team Jonas Folger che ha dato spettacolo con Marc Marquez al Sachsenring. Fino ad ora un assente è stato Cal Crutchlow per la mancanza di costanza in questa stagione ma la fiducia della Honda nel talento dell’inglese è ferma, tanto da averlo già riconfermato per il futuro, con un contratto direttamente con la casa giapponese. Con queste premesse e gli arrivi del prossimo anno, primo tra tutti Franco Morbidelli, ci sono tutte le premesse per vedere un campionato aperto a molti piloti, non solo dei team ufficiali, che si potranno giocare la vittoria del titolo mondiale.