MotoGP
Le piste di MotoGP che non piacciono ai piloti
Valentino Rossi non sembra molto felice di andare a correre in Tailandia nel 2018. Vediamo quali altri circuiti fanno storcere il naso ai piloti
«Sono stato in Thailandia con la Yamaha, il tracciato è noioso e non è per niente interessante. Ci sono poche curve e tanti dritti, non mi pare la destinazione migliore così come la posizione del tracciato, è lontano da tutto». Valentino Rossi durante la conferenza stampa del giovedì a Barcellona ha abbandonato la diplomazia esprimendo il suo malcontento per la scelta della Dorna di aggiungere il Gran Premio di Tailandia al calendario 2018. Dal prossimo anno infatti le tappe in programma saranno 19 e si parla già di arrivare alla cifra tonda dal 2019, annuncio che ha fatto storcere il naso a molti dei protagonisti che considerano eccessivo il numero di gare.
Oltre al numero di gare, Rossi si è concentrato sulla scelta della pista che va ad aggiungersi alle molte sulle quali si corre più per interessi economici che per lo spettacolo: di sicuro per gestire uno sport come la MotoGP non si può pensare di basarsi solo sulla passione ed è risaputo che in oriente i tifosi sono molti e la fetta di mercato fa troppa gola per essere lasciata a margine dei giochi, ma non sarebbe giusto anche tenere conto del pensiero di chi materialmente dovrà confrontarsi con curve e rettilinei? Ascoltare i piloti potrebbe essere un buon modo per scegliere nuove mete, senza contare che spesso durante le riunioni vengono fuori veri e propri teatrini: una bagarre nella bagarre dove ognuno vuol far valere la propria campana. Pensandoci meglio forse Dorna non sbaglia a ricoprire il ruolo di giudice supremo.
Ad ogni modo quello tailandese va ad aggiungersi alla lista dei circuiti poco amati dai piloti, calendario alla mano il primo tracciato da citare è quello del Qatar uno dei più affascinanti per il pubblico grazie alle luci artificiali che illuminano la notte nel deserto ma molti dei protagonisti della MotoGP lo considerano troppo piatto, senza contare che la sabbia e il fatto che durante l’anno sia quasi inutilizzato rendono il grip un vero punto debole. Ultimo aspetto da considerare, ma non per importanza, si arriva in Qatar nella stagione sbagliata quando la pioggia si appassiona alle due ruote e decide di scendere a divertirsi un po’.
Una pista molto amata che solo recentemente è stata al centro delle polemiche è quella di Barcellona: i cambiamenti al layout hanno creato molto malcontento tra i piloti che adesso sono convinti che abbia perso il suo fascino. Situazione simile anche se meno critica quella di Assen che lo scorso anno è stata modificata perdendo il fascino storico che gli era valso il titolo di “Cattedrale” o “Università delle due ruote“.
Phillip Island e Sepang invece sono tracciati belli, ricchi di spunti per gare interessanti, ma contestati per il periodo dell’anno scelto per le gare, caratterizzato spesso da forti piogge e caldo record che diventano veri e propri nemici dei piloti.
Chiudiamo con Valencia amato dai tifosi per la possibilità di vedere tutta la pista dalla propria tribuna ma poco favorevole per i sorpassi, che arriva proprio a fine stagione quando le bagarre si fanno accese e un solo punto può cambiare le sorti dei pretendenti al titolo. Come ultima tappa del calendario, sarebbe forse meglio scegliere un teatro in grado di offrire maggiore spettacolo.