MotoGP
Quanto costano le cadute dei piloti in MotoGP?
Quando osserviamo una caduta in MotoGP, oltre ad un pilota che si spera si rialzi subito, c’è anche una moto che vale milioni che rotola nella ghiaia facendo danni a cinque zeri
A qualsiasi motociclista è capitato di cadere almeno una volta con la moto. Per fortuna, la maggior parte delle cadute sono a bassa velocità e in condizioni di relativo scarso pericolo. Ed il primo pensiero che assale il motociclista, una volta rialzata la moto è questo: “Quanto mi costerà?”. Lo stesso pensiero ovviamente lo prova il motociclista sportivo, quello che ha nel box una moto pronto pista, l’amatore che va a girare con gli amici e tratta la sua moto come la più desiderata tra le fidanzate, riempendola magari di accessori costosi, di pezzi pregiati. Eppure, per quanto lo smanettone in questione possa spendere, il costo di una caduta del suo gioiello tra i cordoli di un circuito, non si avvicinerà neanche un pò al conto che deve sostenere una squadra MotoGP ogni volta che un pilota fa rovinare il costosissimo prototipo in questione nella ghiaia.
Christophe Bourguignon è il tecnico che accudisce la moto di Cal Crutchlow, una Honda RCV che è un concentrato di tecnologia di altissimo livello e dal costo non proprio economico. Con un bilancio di 26 cadute nel 2016, il britannico si è fatto perdonare nella passata stagione solo per le due vittorie e i quattro podi complessivi, che hanno regalato soddisfazioni enormi a Lucio Cecchinello. Il tecnico Bourguignon ha svelato in una intervista al Telegraph quanto possa costare una caduta in MotoGP nel 2017: «Noi noleggiamo queste moto, ma nel prezzo ovviamente è incluso il costo dello sviluppo e il costo degli ingegneri HRC che ci seguono. In totale parliamo di circa 2 milioni di euro per le due moto, che includono anche alcuni software. Poi abbiamo dei tecnici HRC che ci seguono ad ogni gara e anche questo fa parte del prezzo. E’ un pacchetto completo. Potrai pensare che siano un sacco di soldi ma ci sono moltissime risorse umane coinvolte».
Dopo un’introduzione generale al costo complessivo che si affronta per iniziare, il Tecnico ha spiegato nel dettaglio come si può comporre il costo di una singola caduta: «Una caduta con una MotoGP può costare dai 15.000 ai 100.000 euro. Una caduta da 2.000 euro semplicemente non esiste in MotoGP. Se siamo fortunati, dopo una caduta basta cambiare qualche pezzo che abbiamo in magazzino nel nostro truck e via. Ma un incidente grande, o anche un paio in piccole cadute consecutive, possono immediatamente metterti nei guai. Per esempio, noi abbiamo solo 5 serbatoi di benzina in stock. La stessa cosa per gli scarichi o radiatori. Ne abbiamo da pratica e da gara. Durante un weekend puoi avere un paio di brutte cadute e quando succede sei vicinissimo ad avere un problema. Se ordino un pezzo alla HRC, c’è un tempo minimo di produzione e consegna e ci possono volere anche 5 o 6 settimane per avere tutto».
La ragione per cui ogni singolo incidente in pista di una MotoGP genera una corposa lista di danni è spiegata perfettamente: «Le moto con cui corrono questi ragazzi sono pesanti e molto veloci, per questo non esiste una caduta piccola. Se ti si chiude l’anteriore, come minimo danneggi la carena, i semi manubri e tante altre parti in carbonio. La maggior parte delle cose si possono riparare e riutilizzare, ma quando ti capita un incidente come quello nostro in Qatar, quando abbiamo distrutto un telaio e un forcellone, le cose sono un pò diverse: per queste cose in pratica non c’è prezzo».
Christophe Bourguignon va avanti nella lista dei costi, che sono davvero spaventosi se affrontati uno ad uno e fanno comprendere cosa possa significare per un team Manager avere un pilota nei box che è particolarmente incline alle cadute seriali: «Un set di dischi freno in carbonio, costa sui 10.000 euro e ogni volta che la moto cade nella ghiaia, possono esserci pietre e ghiaia che rovinano i dischi. Non si può rischiare di mandare in pista un pilota su una moto che va a 300 km/h con dei freni rotti, quindi li cambiamo sempre. Se invece passiamo ai cerchi in magnesio, un set costa attorno ai 4.000 euro. Siccome le Michelin sono più piccole e meno protettive rispetto alle Bridgestone, spesso siamo costretti a cambiarli anche per cadute non gravi».
Una lista davvero impressionante, che continua con altri componenti molto delicati come i radiatori: «Dipende molto dal costruttore e dalle specifiche, ma un pezzo come il radiatore può costare attorno ai 10.000 euro. Poi se guardiamo all’anteriore della moto, ci sono le parti elettroniche come la strumentazione 2D, che da sola costa 2.500 euro, poi c’è la centralina con tutti i sensori e la moto è piena di sensori. Siamo tra i 10 e i 15.000 euro. Non c’è una singola parte elettronica che costi meno di 1.000 euro».
Viene anche chiesto a Christophe Bourguignon se c’è qualche parte particolarmente resistente sulla moto: «Qualcosa c’è! Come le pinze freno, qualcosa che cambiamo molto raramente e anche il motore. Tocco ferro, perchè non effetti abbiamo un numero limitato di motori, ma che io ricordi non ho mai sostituito un motore per colpa di un incidente. Evidentemente è ben protetto! Anche dopo un incidente brutto come quello del Qatar, abbiamo dovuto cambiare il 90% dei pezzi, ma il motore no».
Dopo aver analizzati i tanti costi di una MotoGP che cade, c’è anche da considerare la mole di lavoro nel box per rimontare il tutto, e da questo punto di vista in LCR con la Honda non possono lamentarsi: «Quando i meccanici lavorano sulla moto, sembra che sia una cosa facile, anche perchè ci lavorano ogni giorno. Potrebbe sembrare facile come prendersi un caffè. Loro conoscono perfettamente la moto dentro e fuori. La Honda è conosciuta per essere molto facile per chi ci lavora. So che altre moto, le europee, sono un pò più complicate per chi ci lavora. Noi possiamo facilmente cambiare un motore in un’ora e mezza: se provassi a chiederlo al tuo meccanico, ti guarderebbe come per dire “sei matto?”. Ma questi ragazzi non fanno altro che lavorare su questa moto dalla mattina alla sera da gennaio fino alla fine della stagione!».