Motogp Rossi Austin 2019
La stagione prossima a cominciare sarà, indubbiamente, cruciale per Valentino Rossi. Il 2020, infatti, sarà, teoricamente, l’ultima stagione in MotoGP e alla Yamaha, stando ai termini del suo contratto. Ben presto, però, il Dottore dovrà decidere il suo futuro e le opzioni al momento al vaglio sembrano essere due: un possibile ulteriore prolungamento in top class oppure un futuro in endurance a quattro ruote. Reduce da un mondiale al di sotto delle aspettative, Valentino Rossi, dopo le esperienze della 100 Km del Ranch, lo scambio con Lewis Hamilton a Valencia e poi la 12 Ore del Golfo, si sta godendo le vacanze natalizie tra il Messico e il Trentino, con il pensiero di quello che potrà accadere.
Nella lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Rossi ha spaziato da un argomento all’altro, partendo innanzitutto dalla scelta di provare a dare una svolta con il cambio di capotecnico: «Con Silvano siamo andati molto bene nel 2014, ‘15 e ’16. È da metà del 17 che facciamo fatica… Forse si sarebbe potuta anticipare la separazione ma ero convinto di riuscirci anche così». La “spada di Damocle” dell’ultimo anno in Yamaha è lì sulla sua testa, per questo sarà necessario un incontro urgente con il team principal, Lin Jarvis: «Parlerò con lui e la Yamaha, capire cosa pensano e poi valuteremo. Bisogna essere realisti. A me piacerebbe continuare, ma bisogna essere più competitivi dell’anno scorso, sennò è meglio di no».
Con un Quartararo che spinge sempre più e un Vinales ben saldo, il suo futuro nella scuderia di Iwata è, dunque, complicato, a meno che accetti di “scendere” in Petronas: «Non vedo tutta questa differenza nell’andare in Petronas, anche se non nego che preferirei di più stare dove sono. Come detto, siamo in 3 per 2 posti e bisogna pensare a un terzo. E per me, anche se è la Petronas, non mi sembra malissimo il team. Magari andrà via Vinales oppure Quartararo cambierà moto, chi lo sa?».
Lo scorso dicembre Valentino Rossi è stato protagonista di uno scambio “di casacca” con Lewis Hamilton, un’esperienza entusiasmante e ricca di soddisfazioni: «È stato un test vero, ho lavorato con la sua squadra e anche lui mi ha aiutato molto. Da lì ad andare più veloce però ce ne va, bisogna capire, studiare. Lewis è stata una bella sorpresa: è molto umile, educato e molto simpatico. Ci siamo fatti grandi risate».
Infine, un messaggio di vicinanza diretto a Casey Stoner, a cui è stata diagnosticata recentemente la sindrome di affaticamento cronico: «È stato un mio grandissimo avversario, a livello di talento puro forse il più forte di tutti. Ha fatto cose impressionanti nella sua carriera, anche se è durata poco. È stato difficile con lui, anche perché caratterialmente è bello tosto, non avevamo un gran rapporto, ecco. Spero torni a stare bene almeno per avere una vita normale».
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