MotoGP
MotoGP, Suzuki potrebbe riavere le concessioni nel 2018
Per Suzuki un 2017 in MotoGP davvero pessimo potrebbe essere il preludio a un 2018 da protagonista grazie alle concessioni su motori che ad Hamamatsu rischiano di “guadagnarsi” di questo passo
Se pensate che da un 2017 così disastroso la Suzuki non possa cavare nulla di buono, siete in parte fuoristrada. La Casa di Hamamatsu ha dovuto rinunciare in questa stagione alle concessioni regolamentari di cui ha usufruito in MotoGP nelle stagioni 2015 e 2016. Invece in vista del 2017, la Suzuki ha dovuto rinunciare al vantaggio sul numero di motori e sul congelamento dello sviluppo degli stessi. L’ha dovuto fare in virtù delle bellissime performance di Maverick Vinales ed Aleix Espargarò, che hanno fatto guadagnare a Suzuki i cosiddetti “Concession Points”. Quindi a partire dal 2017, Suzuki si è ritrovata con due piloti nuovi in sella di cui uno rookie in MotoGP ed uno cresciuto a pane e Desmosedici. A questo quadro, si deve aggiungere il fatto di aver perso la possibilità di sviluppare il motore durante la stagione ed il fatto di poter usare nove motori in totale invece degli attuali sette.
Maverick Vinales ha conquistato nel 2016 con la GX-RR la bellezza di quattro podi complessivi, compresa la vittoria di Silverstone, consentendo quindi a Suzuki di festeggiare da un lato con Champagne, ma anche di perdere il “vantaggio” tecnico. Quando veniva posta la questione ai vertici del Team sopratutto in ottica 2017, la risposta era univoca: «la differenza sarà minima e non inciderà sulle nostre prestazioni», eppure adesso il quadro appare diverso, con un settimo posto come miglior risultato di stagione per Andrea Iannone a Austin.
I “Concession Points” sono suddivisi in 3 punti per una vittoria, 2 per un secondo posto ed 1 per un terzo posto. Se la Suzuki non dovesse conquistare neanche un podio e quindi neanche un punto concessione, questo vorrebbe dire poter usufruire di questo vantaggio per tutto il 2018, ovvero la possibilità soprattutto di avere 9 motori a disposizione e di poterli sviluppare liberamente. Di fronte a queste possibilità si apre uno scenario piuttosto Kafkiano in vista della seconda parte di stagione. Se le prestazioni di Iannone e Rins dovessero decollare stabilmente, proiettando la Suzuki in maniera costante in Top Five, allora è chiaro che non ci sia assolutamente necessità di intervenire da parte del management in pista. Ma se verso fine stagione si dovesse arrivare a due gare dal termine con nessun podio conquistato ed un Andrea Iannone particolarmente in forma ad esempio a Valencia, cosa faranno in Suzuki? Gli chiederanno di non salire sul podio per evitare di accumulare “Concession Points” e quindi avere i vantaggi nel 2018, oppure gli lasceranno corsa libera?
Non vorremmo essere nei panni di Davide Brivio se dovesse verificarsi una situazione del genere in una delle ultime gare di questa stagione 2017, decisamente la più difficile da quando Suzuki è tornata in MotoGP.