MotoGP
MotoGP, Team satellite Suzuki in futuro? «Si vedrà…»
In un’intervista Shinichi Sahara non esclude l’impegno di Suzuki al seguito di un team satellite per il futuro, mentre in vista del 2018 rivela: «L’obiettivo è il podio già dal Qatar»
Da sempre Carmelo Ezpeleta in pubblica piazza ha espresso quale sia il suo auspicio per il futuro della MotoGP: 24 piloti al via, in rappresentanza di 6 case costruttrici, ciascuna delle quale presente con un proprio team ufficiale ed uno satellite. Un traguardo da raggiungere entro e non oltre il prossimo lustro, con la Suzuki che potrebbe uniformarsi ai dettami Dorna nel prossimo futuro.
In una recente intervista a Mr-Bike.jp Shinichi Sahara, Team Director Suzuki MotoGP, ha aperto le porte a questa eventualità, seppur con riserva. «Supportare un team satellite è una possibilità che dobbiamo prendere in considerazione, ma non c’è un piano al riguardo in questo momento», ha ammesso Shinichi Sahara. «Sicuramente ci aiuterebbe in termini di dati raccolti e di presenza del nostro marchio in MotoGP, ma questo comporterebbe un impegno superiore da parte nostra».
Superato un anno difficile, per Sahara l’obiettivo del Team Suzuki ECSTAR per la stagione 2018 è ben chiaro: «cercheremo di lottare per il podio, possibilmente già a partire dal Qatar». Un proposito ambizioso motivato dalla mole di lavoro compiuta per rimediare alle problematiche riscontrate nel 2017, motore in primis.
«Lo scorso anno abbiamo sviluppato un motore di concezione diversa rispetto al 2016, con una finalità: migliorare complessivamente la trazione della moto, uno dei problemi principali emersi con la GSX-RR 2016», ha spiegato Ken Kawauchi, Direttore Tecnico del progetto Suzuki MotoGP. «Tuttavia, al responso della pista, la moto si è rivelata meno maneggevole. Per questo, nei Test post-GP in Catalunya, abbiamo riportato occasionalmente in pista il motore 2016, accertando che proprio il propulsore era il problema principale. Sfortunatamente era troppo tardi, da regolamento non era più possibile cambiare il motore (specifica punzonata ad inizio campionato, ndr), ma di conseguenza abbiamo potuto definire con largo anticipo il programma di sviluppo 2018».
Il motore che equipaggerà le Suzuki GSX-RR 2018 di Andrea Iannone e Alex Rins riprenderà, per certi versi, i punti di forza del 2016. «Il carattere del propulsore sarà molto simile a quello del 2016, ma chiaramente non sarà la stessa cosa. Di fatto il motore 2017 ci offriva dei vantaggi solo in condizioni di bagnato, almeno a giudicare dai risultati ottenuti dai piloti. Andrea e Alex sono stati sulla stessa lunghezza d’onda nei loro feedback in merito allo sviluppo della moto 2018: i Test in Aragona sono stati un punto di svolta su quale direzione prendere per l’anno nuovo, partendo dal nuovo telaio introdotto successivamente alle prove in Catalunya ed il nuovo forcellone», ha concluso Kawauchi.