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MotoGP, vince chi resta in piedi

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Conclusi i test della MotoGP a Phillip Island con un bilancio di 11 cadute poco rassicurante. Petrucci si frattura la mano. Tra pioggia e dichiarazioni bomba, manca ormai davvero poco al Qatar

Sembra che le carte in tavola siano cambiate da Sepang a Phillip Island con la stessa velocità che ci mette un russo ricco e ubriaco a giocarsi una Aston Martin a Las Vegas. Ed Alan di Una notte da leoni non è nei paraggi. In terra malese, sembrava che il 2016 fosse un anno destinato al dominio in salsa Iwata, con il duo delle meraviglie Lorenzo-Rossi saldamente in testa al plotone e con il maiorchino addirittura padrone di un passo semplicemente inavvicinabile per chiunque.

Ma è bastato sbarcare a Phillip Island, nella terra del canguro mannaro col 27 sul cupolino, che tutto sembra cambiato. Si vedono sempre facce tese al box e la pioggia ha senza dubbio rovinato i programmi di tutti i tecnici presenti. La verità è che regna l’incertezza ovunque. Nel primo giorno ha avuto il suo splendido momento di gloria un Danilo Petrucci sempre pronto a cogliere l’occasione giusta, e sempre perfetto quando le condizioni dell’asfalto passano dal bagnato andante al viscido infido. Purtroppo la fortuna ha girato le spalle al ternano di casa Ducati al termine della terza giornata, quando si è reso protagonista di un brutto volo terminato con un ricovero nel medical center del circuito ed una brutta diagnosi difficile da digerire: frattura scomposta al 2°,3° e 4° metacarpo della mano destra. Non proprio il massimo a poche settimane dal Qatar. Ma la pellaccia è dura e Petrucci farà di tutto per essere in griglia al primo match stagionale. Se non dovesse farcela si potrebbe anche aprire la strada al ritorno dell’australiano Casey Stoner.

Dopo i deludenti riscontri di Sepang, c’è chi si è affrettato a definire Marc Marquez già fuori dai giochi. Ma se è vero che in Honda sanno mettersi nei guai da soli, è altrettanto vero che hanno a disposizione una tale mole di esperienza e capacità in HRC da saperne uscire in tempi brevi. Dopo aver messo i lucchetti all’armadietto del Sakè, i problemi di elettronica patiti in Malesia sono stati senza dubbio diminuiti. Oltre al miglior tempo della terza sessione Marquez ha compiuto spesso sequenze di più giri attorno al 29.5, che su una Phillip Island in queste condizioni è decisamente un bell’andare. Lo spagnolo ha però rovinato l’umore a tutti nel box con una scivolata mentre stava forzando nel finale, a dimostrazione che il punto debole resta il feeling con l’anteriore Michelin.

Decisamente indecifrabile la situazione in Ducati, con i due Andrea Iannone e Dovizioso abbastanza lontani dai riferimenti in pista sulla nuova Desmosedici GP . La cosa che colpisce è soprattutto che non sembra regnare la calma all’interno del box degli uomini di Borgo Panigale. Sembrava che l’adozione della centralina unica potesse aiutare la Ducati che ci aveva lavorato tantissimo in piena era Open MotoGP. Ma in realtà le migliori moto bolognesi in pista sono state le vecchie che hanno a disposizione Barbera e Baz, che sembra aver dimenticato in fretta lo schianto di Sepang in pieno rettilineo.

Un team che forse ha giocato un pò a nascondino è invece il factory Yamaha, con Rossi e Lorenzo sempre veloci ma mai in lizza per la leadership. Il duo ha lasciato Sepang convinto di avere un grande potenziale, ed è probabile che nessuno abbia voluto tentare di trovare il limite rischiando inutilmente. Nonostante questo, Jorge Lorenzo si è reso protagonista di una scivolata, fortunatamente innocua, durante l’ultima giornata di test. I due rivali sono pronti a darsi battaglia il mondiale e la cosa più forte che riguarda gli uomini Yamaha è forse la dichiarazione di Jorge Lorenzo secondo cui sarebbe fantastico chiudere il contratto con Yamaha prima ancora del Qatar, per poter correre in tranquillità. Questa mossa appare un vero azzardo mediatico da parte del rider maiorchino, che ha voluto probabilmente comunicare alla Ducati che se sono realmente interessati ai suoi servigi, devono farsi avanti piuttosto in fretta.

Una bella sorpresa giunta da Phillip Island riguarda gli uomini vestiti di blue Suzuki. Ad Hamamatsu hanno finalmente portato in pista il seamless che sembra irrinunciabile nell’attuale schieramento della classe regina del motomondiale. Il talento di Maverick Vinales sta esplodendo sempre di più, dando piena ragione a Davide Brivio che prima degli altri ha puntato sullo spagnolo trovandosi in casa uno dei piloti più promettenti presenti in griglia. La GSX-RR sembra avere un buon feeling con le Michelin, tuttavia i problemi e qualche caduta non sono mancati anche da queste parti, con l’altra metà del box che ha visto musi lunghi per le cadute di Espargarò e soprattutto per le non esaltanti performance velocistiche dell’esperto spagnolo.

Le nuove regole e le novità tecniche sembrano insomma poter rimescolare le carte, in attesa di capire se il duo Yamaha stesse giocando di strategia in Australia scegliendo di nascondere il vero potenziale della moto oppure se il dominio di Sepang sia stato solo casuale. Un bilancio di 11 cadute complessive non è rassicurante e mostra quanto diventerà importante la costanza nella prossima stagione. Probabilmente a fine stagione si dovranno fare i conti non con il più veloce in pista, bensì con il pilota che meno di tutti avrà assaggiato l’asfalto in giro per le piste del mondiale. Da questo punto di vista, la Michelin sembra essere ancora l’ingrediente segreto da utilizzare al meglio per essere della partita.

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