MotoGP
MotoGP, Valentino Rossi: «Mi preoccupa l’usura delle gomme»
Dopo una caduta nelle FP3 e l’ottavo posto in qualifica, Valentino Rossi ritorna sul problema che attanaglia la M1 2018, l’usura delle gomme
Valentino Rossi partirà al centro della terza fila nel primo GP della stagione, ma è fiducioso del passo gara, molto simile a tutti i primi piloti. Anche Marquez si è detto certo che il “Dottore” lotterà per il podio, se non per la vittoria. In questi giorni di prove c’è stato molto equilibrio tra le moto in pista, rendendo difficile fare previsioni sulla gara, che sarà determinata principalmente dalle strategie.
Secondo Rossi sarà l’ultima parte di gara a decidere chi salirà sul podio, ed in che ordine, visto anche l’usura delle gomme che subisce la Yamaha: «La differenza la si potrà fare nell’ultima parte di gara perché nella prima metà, guardando i passi, siamo tutti vicini e sto parlando di una dozzina di piloti. Ad occhio, quello messo meglio sembra Dovizioso ma nessuno sa cosa succederà a fine gara. Ho un buon passo, ma sono preoccupato perché sento le gomme iniziare a soffrire troppo presto. Non so per quanto potrò tenere un ritmo veloce. Il calo degli pneumatici sarà un problema, siamo migliorati un po’ sotto questo aspetto ma mi sento ancora al limite».
Valentino Rossi è rimasto cauto sul risultato che potrà ottenere in gara, e sa di non avere tra le mani una moto nelle condizioni migliori, nonostante Zarco, con una M1 simile ha firmato pole e giro record: «La terza fila rende tutto più difficile, speravo che il mio tempo fosse sufficiente per la seconda. La pista non era in ottime condizioni, ma sono andati tutti velocissimi. Zarco non è una sorpresa, ha iniziato questa stagione nello stesso modo in cui aveva finito la scorsa e spero di riuscire a lottare con lui domani. Non è stato solo lui ad andare veloce, anche Marquez e Petrucci. Io faccio più fatica, il bilanciamento della moto non mi soddisfa completamente. Dalla mia piccola esperienza la M1 va bene, dobbiamo però lavorare sull’elettronica perché soffriamo ancora in accelerazione».