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MotoGP, Vinales parla chiaro: «Ammiro Rossi ma voglio vincere»

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Maverick Vinales è il volto nuovo della MotoGP in questo 2017. Adesso che è in vacanza non smette di pensare al titolo Mondiale e lo confessa in una lunga intervista in cui si è raccontato

Maverick Vinales è uno dei nomi emergenti del panorama della MotoGP, e in questo 2017 sta vivendo la sua prima stagione al vertice in sella alla Yamaha del Team Factory. In una lunga intervista concessa allo sponsor Monster Energy, lo spagnolo ha raccontato sé stesso, la sua carriera e il Motomondiale visto con gli occhi di un ventiduenne che si sente vicino a coronare il sogno di una vita: «Mi fa piacere ricevere tanti complimenti, il fatto che le persone credano in me è una grande motivazione, ma preferisco lasciarmi le vittorie e i titoli dietro…quello che mi preoccupa è vincere. Voglio essere il migliore e dare il meglio di me. Se sono arrivato dove sono ora lo devo al lavoro che ho fatto, nessuna fortuna, anche se non avrei mai immaginato di raggiungere questo livello. Da bambino giocavo a calcio e andavo in bici con gli amici, nessuno mi ha mai spinto a correre in moto. La maggior parte delle mie giornate non faccio altro che essere concentrato sul lavoro, penso tutto il tempo come posso migliorare e non mi resta molto tempo per fare altro. Ammiro Valentino perché da tanti anni fa questa vita e sempre le stesse cose: ma quando scende dalla moto o va agli eventi è sempre gentile e cordiale con tutti. Mi sorprende perchè, per i risultati che ha ottenuto, per quanto è famoso e per i soldi che ha, non avrebbe bisogno di continuare a correre».

Vinales a tutta velocità verso il titolo Mondiale: l’eterna rivalità con Marquez e le sensazioni che prova quando corre

Non solo il compagno di box Rossi. Per Vinales c’è anche la rivalità col connazionale Marquez, il suo eterno avversario con cui si sfida in pista sin dalla tenera età: sui social si è anche diffusa una foto dei due immortalati sul podio dopo una gara di minimoto, che Maverick commenta facendo trasparire non poca insofferenza «Si! Bello no? È strano quando hai a fianco il tuo avversario già a quell’età e quindici anni dopo hai ancora le stesse persone intorno». Il numero 25 afferma di correre per «le sensazioni nello stomaco che provi alla partenza di ogni gara e per la gioia di quando tagli il traguardo da vincitore e vedi tutti che festeggiano. Ogni partenza è sempre come se fosse la prima, è emozionante, poi col passare dei giri mi rilasso. Sono abbastanza preparato fisicamente e non mi stanco troppo. Il giro perfetto è quando stacchi ad ogni punto di frenata 5 metri più avanti. Se fai un giro e pensi ‘ah, in quella curva potevo andare più forte’, allora hai la sensazione di aver perso qualche decimo. Sulla moto devi provare il totale piacere, come se volassi, mi piace farla scivolare e spingermi oltre il limite»

Vinales a tutta velocità verso il titolo Mondiale: sempre al lavoro per crescere ancora come pilota e diventare il migliore

Il ventiduenne però ci tiene a precisare che «in moto penso molto, devi cercare di non commettere il più piccolo errore, devi saper cambiare le mappe del motore nei primi giri che hai il serbatoio pieno, e anche se puoi essere più veloce non devi spingere troppo perché hai bisogno che le gomme durino. E’ importante pensare. I piloti che sono al ‘top’ in MotoGP pensano molto. Non importa se hai dietro Rossi, Marquez o Lorenzo, è più difficile perché devi pensare dove ti possono passare e devi cercare di creare un piccolo divario. Ma “pensare” è il modo per emergere dal gruppo degli altri piloti». Vinales ammette di avere un carattere difficile, come rivelato da alcuni colleghi, ma non si pente delle scelte fatte «In passato sono stato un ragazzo impulsivo, che si è anche comportato a volte come un bambino. Ma non ero ingenuo. Tutto quello che volevo fare era vincere. Questo è tutto quello che avevo in mente, e cambiare team nel 2012 in Moto3 è stato l’unico modo per arrivare a farlo. E’ stata la decisione più difficile che ho preso, ma anche la migliore, anche se non nel modo giusto. Se dovessi rifarla ora, la rifarei in un modo diverso, più amichevole. Durante i GP sono un solitario, sono sempre stato abituato ad essere indipendente, per questo ho pochi amici intorno a me che mi seguono; ma anche se durante i week end mi mostro con un carattere da duro, quando sono a casa sono un ragazzo molto sensibile e leggere le critiche mi fa star male».

Vinales a tutta velocità verso il titolo Mondiale: tra le difficoltà affrontate in passato e un futuro radioso

Per quanto riguarda il lavoro coi meccanici al box invece, il pilota Yamaha dice «cerco di imparare dagli altri piloti, è importante creare una buona atmosfera nel team e per riuscirci non bisogna sbattere i pugni sul tavolo ma mostrare rispetto e spingere sempre al 100% in pista. In Suzuki ci sono stati tanti momenti difficili e lì ho imparato ad avere pazienza e a stare ad analizzare i dati anche fino a notte tarda nei box. Non importa se il venerdì è un brutto giorno, l’importante è essere veloci la domenica. Bisogna ricordarsi che questo è il nostro lavoro io ho iniziato a capirlo nel 2011 quando ho vinto la mia prima gara, fino a quel momento era tutto un gioco per me». Maverick riconosce di subire il peso delle aspettative, che in parte ne hanno frenato il rendimento nella prima parte di questa stagione «Hai pressione, persone che ti spingono, un team che si basa su di te, i soldi dietro e tante cose che possono rendere difficile divertirsi…ma come ho detto in molte interviste, non ricordo un momento in cui mi sono divertito nel pre-stagione quanto ho fatto quest’anno. L’avevo presa veramente in modo tranquillo e non mi importava tanto dei tempi o dei risultati. Pensavo solo a conoscere la moto e ad avere una buona sensazione con la squadra. Spero di poter continuare così per tutto il 2017; so che sarà difficile, ma ci proverò». Maverick Vinales ha le idee chiare e parla diretto: il “Top- Gun” delle moto va a tutta velocità verso un futuro radioso.

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