MotoGP
Vita da separati in casa: la Yamaha favorisce Rossi?
Il passaggio di Lorenzo alla Ducati può avere delle conseguenze sulla stagione 2016 dello spagnolo, oppure la Yamaha riuscirà a tenere un clima tranquillo nel box trattando i due piloti perfettamente alla pari?
Secondo Giacomo Agostini la firma del contratto da parte di Jorge Lorenzo potrebbe aver regalato la tranquillità necessaria al pilota maiorchino per completare la stagione concentrandosi solo sulla guida. Di fatto, Jerez è stato il primo GP in cui il campione del mondo in carica della MotoGP ha corso da separato in casa all’interno del box Yamaha. Il tracciato spagnolo è da sempre una pista amica per Jorge e nel 2015 è stato proprio da qui che è rientrato in piena lotta per il titolo. Ma la storia è andata diversamente in questo primo fine settimana di convivenza forzata sotto il tetto Yamaha.
Lin Jarvis ha sottolineato più volte che un’eventuale separazione con Lorenzo non avrebbe in alcun modo intaccato il lavoro nel box del pilota, ma è ovvio che possa esserci stata una carica emotiva maggiore del solito nel week end di gara che si è svolto. Per ora sembra non ci sia alcun passaggio di tecnici tra i box Yamaha e Ducati, ma Dall’Igna ha già detto che si parlerà di questo argomento nei prossimi giorni e Lorenzo ha confermato questa sua volontà durante la conferenza stampa del giovedì.
Questo ulteriore argomento potrebbe ovviamente inficiare la qualità del rapporto tra questo gruppo di “separatisti” e il resto del box Yamaha. Se Lorenzo dovesse portarsi dietro i quattro uomini di fiducia che l’hanno seguito in questi anni, è probabile che la Yamaha non abbia troppo piacere nel rendere partecipi quegli stessi uomini in partenza degli sviluppi futuri previsti ad Iwata.
Nessun ingegnere della Yamaha sarebbe felice di far sapere ai cugini di Bologna che sta sviluppando la moto in una direzione piuttosto che nell’altra, per cui è plausibile ipotizzare che le informazioni tecniche che arrivano al box dal lato di Lorenzo calino drasticamente nelle prossime settimane. Questa situazione è stata già vissuta in passato all’interno della Yamaha, ma a ruoli invertiti.
Nell’agosto del 2010 fu infatti Valentino Rossi ad annunciare la propria volontà di lasciare la Yamaha per passare in Ducati, lasciando alla Casa di Iwata ed a Jorge Lorenzo un’eredità pesantissima, che fu raccolta in maniera ineccepibile dallo spagnolo. Jorge riuscì infatti a laurearsi campione del mondo sia nel 2010, che nel 2012, seconda stagione vissuta in Yamaha senza la presenza di Valentino nel box blue.
Ma è proprio il finale di stagione del 2010 il periodo più interessante da analizzare. Valentino tornò in pista dopo uno stop di tre gare e oltre a dover riprendersi dall’infortunio alla gamba aveva un grosso problema alla spalla, che fu risolto solo con un intervento chirurgico a cui si sottopose dopo la fine del mondiale. Nelle prime gare Valentino non riusciva a tenere il passo del compagno di team, che era in piena lotta per conquistare il suo primo titolo mondiale dandosi battaglia con Casey Stoner, all’ultima stagione in Ducati e Dani Pedrosa, che purtroppo fu costretto a saltare tre gare dopo il brutto infortunio subito a Motegi.
Fu proprio a Motegi che il confronto tra i due futuri ex compagni di squadra giunse a livelli preoccupanti per la Yamaha. Per la prima volta i due si ritrovarono a lottare in pista per il vertice e si resero protagonisti di un duello rusticano, risolto a favore dell’italiano che riuscì a battere Jorge in pista e a conquistare il terzo gradino del podio. I due rivali arrivarono anche al contatto, con Valentino che non mise da parte un briciolo della propria aggressività. Lo spagnolo era in piena lotta per il titolo e forse la Yamaha avrebbe gradito che non si rischiasse così tanto in pista, ma le cose andarono così.
Il copione si è poi ripetuto in Malesia, con Valentino che andò a vincere contro ogni pronostico la gara, senza rinunciare ad essere aggressivo con chiunque fosse sulla sua strada, compreso Jorge. Lorenzo si concentrò esclusivamente sul conquistare i punti per diventare campione del mondo, evitando di duellare per la singola vittoria in gara, ma non risparmiò qualche frecciata al pesarese nel dopo gara.
La Yamaha in quel periodo sottopose a Valentino anche alcuni pezzi relativi allo sviluppo futuro della moto, decidendo di usufruire del talento da collaudatore di Rossi fino all’ultimo istante possibile nonostante l’italiano stesse lasciando Iwata in direzione Bologna. Durante la convalescenza di Rossi, la Yamaha gli fece anche provare la R1 in versione SBK a Brno e all’epoca la rivalità tra la Casa giapponese e l’italiana in SBK era viva più che mai. Dopo il test, Crutchlow che all’epoca era pilota Yamaha SBK iniziò a vincere e fu proprio in quel test che Valentino conobbe Silvano Galbusera, il tecnico che l’ha poi accompagnato nel 2014 in pista dopo l’addio a Jeremy Burgess.
Se il DNA della Casa non è cambiato, si può affermare con ragionevole certezza che la Yamaha per tutta la stagione aiuterà Jorge Lorenzo al 100%, senza escluderlo da alcuna decisione importante riguardo la moto e mantenendo sempre al massimo il proprio impegno per dare allo spagnolo una moto supercompetitiva e all’altezza del suo talento.
La cosa preoccupante potrebbe essere la reazione della stampa spagnola laddove durante la stagione dovesse verificarsi qualche problema in più sulla M1 dello spagnolo piuttosto che su quella del pilota di Tavullia. In effetti dopo la vittoria perentoria di Valentino a Jerez sono già iniziate fior di speculazioni sul web. I media spagnoli non hanno esitato a gettare ombre sul successo di Rossi in terra andalusa, sottolineando le lamentele di Lorenzo riguardo i problemi di gomma. Di fatto il GP si è disputato con temperature molto diverse da quelle che avevano permesso allo spagnolo di mettere in mostra un passo mostruoso durante i primi turni in pista.
Eppure siamo certi che da qui a fine anno in ogni circostanza in cui Rossi dovesse battere Lorenzo, ci sarà chi griderà allo scandalo e chi giungerà ad accusare la Yamaha e persino la Michelin di favorire Valentino rispetto a Jorge.
In definitiva, è una certezza che la Yamaha tratterà al meglio Lorenzo finchè vestirà i colori di Iwata, senza fargli mancare assolutamente nulla per competere in pista alla pari con Rossi. Ma se durante la stagione la tensione tra i due compagni di team dovesse crescere, è probabile che siano i media a riversare tonnellate di stress sulla psiche dello spagnolo, portando avanti tesi di complotto e altre argomentazioni degne delle peggiori stagioni di X-Files. Per sua fortuna, Jorge ha mostrato di avere le spalle forti, in pista e fuori. Lin Jarvis ha già avuto la capacità di gestire con grandissima bravura la convivenza tra questi due autentici campioni nel box, ma la prova a cui è chiamato in questo 2016 è forse la più dura da quando è a capo della Yamaha in MotoGP.