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MotoGP, Yamaha o Suzuki: lo splendido dilemma di Marc VDS

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Resta in bilico il futuro del team di Michael Bartholemy, che ancora non ha scelto tra le offerte di Yamaha e Suzuki: ognuna ha pro e contro e la decisione è difficile

Il Marc VDS vive una situazione assolutamente invidiabile in MotoGP. Ha sotto contratto un talento cristallino, ovvero Franco Morbidelli, che sta correndo benissimo nella sua stagione da Rookie in Top Class. Può godere di una situazione economica molto solida, cosa assolutamente non scontata in questo periodo storico per qualsiasi struttura impegnata nel racing ad alto livello, e soprattutto è nella posizione di poter scegliere un partner tecnico per i prossimi due anni, lasciando la Honda per abbracciare la causa di Suzuki o Yamaha.

Inutile discutere sullo spessore tecnico di entrambi i potenziali partner, che rappresentano senza dubbio le mire dei desideri più sfrenati per qualsiasi manager che si rispetti. La Suzuki ha da tempo annunciato di voler avere un team satellite in pista per velocizzare il processo di crescita della GSX-RR, mentre la Yamaha, orfana di Tech3, può garantire un pacchetto super competitivo, forte di una M1 che in qualsiasi configurazione riesce ad essere equilibrata e veloce negli anni.

C’è una differenza di approccio tra i due costruttori che in questo momento può determinare le scelte di Marc VDS: per quanto riguarda la Yamaha, è sempre stato supportato un team privato, in particolare Tech3 e ancora prima D’Antin, con moto della stagione precedente. Solo con l’arrivo in orbita Yamaha del fenomeno Zarco ci si è aperti alla possibilità di fornire una moto ufficiale ad un team satellite, replicando il sistema Honda e Ducati. Lo stesso Jarvis ha più volte affermato che a questo punto avere un’altra M1 ufficiale in pista sarebbe molto importante per velocizzare lo sviluppo. A queste considerazioni si deve poi aggiungere che Yamaha ha manifestato il proprio interesse per Morbidelli già nella passata stagione, per cui anche questa attenzione verso il pilota italiano potrebbe rappresentare un motivo in più per chiudere l’accordo.

morbidelli

Quanto detto però fa parte solo della facciata positiva della medaglia, perché questo accordo con Yamaha potrebbe anche rappresentare un problema per Marc VDS. Il primo nodo da sciogliere sarebbe di natura tecnica, ovvero la garanzia di ricevere materiale Factory da Iwata, il che attualmente sembra una priorità assoluta per Bartholemy. Altro punto molto importante è l’eventuale durata del contratto. Il manager belga ha spesso affermato che sta cercando di finalizzare un accordo su base triennale, per avere il tempo di ottenere il massimo dal progetto e garantire stabilità alla propria struttura. In Yamaha si attendono per il futuro le mosse di Valentino Rossi, anche se lo stesso pilota ha più volte detto che penserà ad una squadra solo dopo essersi ritirato. Yamaha potrebbe non riuscire a garantire un contratto di tre anni a Marc VDS, proprio per attendere gli sviluppi del progetto VR46 in MotoGP. Questa situazione potrebbe aver portato Yamaha ad offrire un contratto su base biennale, rappresentando un problema per Bartholemy.

Passando ad analizzare l’ipotesi Suzuki, lo scenario cambia leggermente. La Casa di Hamamatsu è tornata da poco in MotoGP, ma il progetto GSX-RR sta tornando sui livelli già mostrati a cavallo del biennio 2015/2016, quando Maverick Vinales ed Aleix Espargarò iniziarono a veleggiare con regolarità in zona podio. Il podio di Rins in Argentina e poi di Iannone ad Austin, confermano che la strada intrapresa è quella giusta e che Suzuki può diventare presto una spina nel fianco per Yamaha, Ducati e Honda. Il reparto corse della Suzuki è probabilmente il più “contenuto” tra quelli delle grandi Case giapponesi, e non sarebbe possibile gestire due livelli diversi di specifiche tecniche. Quindi è più che probabile che il team partner di Suzuki, possa contare sempre su una moto con specifiche tecniche identiche a quelle dei due piloti ufficiali del team interno, proprio in ottica di ottimizzazione costi. Anche la necessità per Marc VDS di siglare un contratto almeno triennale non costituirebbe assolutamente un problema per Suzuki.

Anche per la Casa di Hamamatsu però non sono tutte rose, perché ci sono delle argomentazioni su cui vale la pena riflettere a lungo per Michael Bartholemy. Il primo punto riguarda la reale competitività del progetto GSX-RR: la moto è in ogni caso giovane, e spesso trova grandissime difficoltà di adattamento tra le piste. La M1 offre da questo punto di vista un vantaggio competitivo innegabile, almeno nel medio periodo. Se invece Suzuki dovesse crescere in modo consistente durante la stagione e soprattutto restare competitiva per tutto il campionato, lo scenario cambierebbe. Altro problema è il legame tra Suzuki ed Ecstar, ovvero l’azienda che produce lubrificanti e che di proprietà della stessa Suzuki, nonché main sponsor del team Factory. Marc VDS ha un legame di vecchia data con Total, azienda concorrente di Ecstar. La cosa potrebbe rappresentare un leggero conflitto di interessi, ma si tratta di un problema tutto sommato risolvibile.

Il tempi stringe e probabilmente entro Jerez ci sarà una decisione da parte di Bartholemy. Qualsiasi sia la decisione, appare chiaro che la parte esclusa si potrebbe ritrovare leggermente nei guai.

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