Off Road

MXGP, Tony Cairoli: un Valentino Rossi senza TV al seguito

Il Motocross e Tony Cairoli godono di grande seguito in Italia, eppure le televisioni li snobbano e preferiscono trasmettere altro. Anche in un deserto pomeriggio d’estate…

Tony Cairoli è un fenomeno, una leggenda vivente, un pluri-campione del Mondo che frantuma record su record, un’icona del motorsport: il Valentino Rossi del motocross praticamente, come molte volte viene definito da noi italiani per vantarci di questi due grandissimi talenti nostrani. C’è un aspetto però che non torna in questo parallelismo, ed è il motivo che sta alla base del perché si dice che Cairoli è il Rossi della MxGP, mentre dire il contrario suonerebbe alquanto bizzarro: Rossi come il Cairoli della MotoGP? E perché mai? Quante persone conoscono Cairoli e non Valentino? Nessuna. Quante persone invece sanno benissimo chi è Valentino, ma non hanno la più pallida idea di chi sia Tony Cairoli? Tante, purtroppo. Questo non perché lo sport che pratica Cairoli sia meno popolare o meno importante di quello che pratica Rossi, ma semplicemente perché uno viene trasmesso in televisione nel nostro Paese e gode addirittura da qualche anno di un canale dedicato h24, l’altro invece non solo non ha questo privilegio ma è del tutto privo di copertura televisiva in alcune circostanze. Anche in un deserto pomeriggio estivo come quello del 23 luglio, senza Formula 1 e MotoGP e privo di qualsiasi evento o programma di rilievo, ma che non ha comunque permesso di far trovare spazio al 83° successo di carriera di Cairoli. Che in tutto il Mondo hanno visto; tutti, tranne noi compatrioti di Tony. L’insensatezza più totale.

MXGP, Tony Cairoli: le sue gare talvolta senza dirette e private di una copertura mediatica come quella di cui godono Formula 1 e MotoGP

Certo, le prodezze di Tony ci vengono raccontate puntualmente dai notiziari e dai vari media, e le gare sono anche visibili in replica; ma un appassionato che volesse gustarsi un GP in diretta, e non per forza seguendolo addirittura dalla conferenza stampa dei piloti (come accade per la MotoGP, ma anche la F1) e perfino accontentandosi delle sole manche della domenica e non di qualifiche e prove libere, non può farlo, perché l’unica rete che offre qualche live è Eurosport, la quale oltretutto, per ragioni di palinsesto, si riserva di mandare in onda solo una delle due gare che si suole correre nel Mondiale Motocross e si rifiuta di dedicargli più di un’ora. Dunque Tony Cairoli è giusto definirlo come grandezza e talento il Valentino Rossi dello sterrato, però lui ha lo svantaggio di non avere lo stesso seguito mediatico di cui gode il numero 46: lui non ha una televisione che spende milioni di euro pur di seguirne le gesta in pista e che ci fa affari insieme legandoglisi indissolubilmente. L’immagine di Cairoli è forse anche più forte di quella di Rossi, perché a differenza sua deve combattere non solo contro gli avversari ma, in più, contro l’oscurantismo che regna sovrano in Italia sul cross.

MXGP, Tony Cairoli: tanti suoi tifosi e appassionati di cross non bastano alle tv italiane «Mi dà molto fastidio, speriamo per l’anno prossimo»

Eppure, e questo è giusto sottolinearlo, Cairoli ha tantissimi fan in tutto il Mondo proprio come ‘il Dottore’, e la MxGP in molte altre nazioni ha accordi con emittenti televisive che ne vogliono seguire le tappe e sono disposte a fare investimenti importanti tanto quanto negli altri sport per aggiudicarsele. E in Italia l’off-road è praticato tanto quanto all’estero, se non di più. Non sarebbe quindi poco il potenziale pubblico attratto dalle tv italiane, se queste solo “aprissero gli occhi” e si degnassero di accontentarlo, come lo stesso Cairoli ha affermato esponendosi così sul tema per la prima volta da quando corre e conquista trionfi su trionfi, “oscurati”: «Mi dà molto fastidio che il cross sia sparito dai palinsesti italiani. I tifosi sono tanti e sui social si lamentano. Speriamo per l’anno prossimo: gli organizzatori hanno diverse novità, speriamo si riesca a mostrarlo in tv». Cairoli come Rossi? Non ancora, manca una televisione che lo segua. Cairoli non ha tanti tifosi come Rossi? Falso, forse ne ha pure di più. Lui, del resto, tutto il successo di pubblico che ha conquistato se l’è preso da solo. Senza nessuna spinta mediatica.

Luca Agnelli

Mi piace il giornalismo e studio Scienze della Comunicazione, ma sono timido: allora scrivo. Il mio cognome fa parte del mondo dei motori da prima che lo decidessi io. Da piccolo spegnevo la tv a mio papà che guardava le corse perché volevo giocasse con me. Poi ho iniziato a seguirle insieme a lui. Adesso guai a chi me le toglie.

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