Superbike
Nicky Hayden, ritorno alle origini in Superbike
Intervista a Nicky Hayden: il Kentucky Kid, il primo contatto con la CBR e il ritorno alle origini in Superbike
Dopo la soddisfazione di battere Valentino Rossi e la Yamaha nel mondiale del 2006 in sella ad una Honda RCV, Nicky Hayden ha vissuto anni altalenanti tra soddisfazioni e qualche delusione. Ha vissuto il team Ducati dell’era Stoner e poi ha anche diviso di nuovo la Desmosedici con Rossi nel 2011 e 2012. Dopo aver tentato la carta della Open partecipando al progetto con la Honda, ha deciso di voler tentare la strada della SBK, che è il campionato con cui è esploso nel 2002, vincendo il titolo AMA e proiettandosi in MotoGP come promessa USA del motociclismo. I test sono andati bene, restituendo il piacere di essere tra i top rider a competere per la vittoria. Nicky Hayden nelle prime libere ha conquistato due sesti posti molto promettenti in ottica gara, mostrandosi pronto a dare battaglia nonostante una moto che ha qualche anno di troppo sulle spalle. In attesa che la Honda gli fornisca una nuova arma per il futuro, Nicky Hayden conferma di voler fare il massimo con il materiale a disposizione e di avere tanta fiducia nella possibilità di togliersi qualche soddisfazione già in questa stagione.
Il fatto di essere passato in SBK faceva parte dei tuoi piani?
Posso dire che è sempre stato questo il piano. Sai, è un qualcosa su cui ho riflettuto a lungo. La considerazione che mi piace fare è che sono ancora un pilota professionista che adora correre in moto e gli ultimi anni in MotoGP con la Open non sono stati molto divertenti per me. Non mi sono trovato bene, non ho avuto i risultati che speravo e penso che in realtà non ho mai avuto l’opportunità di raggiungerli. Per questo ho pensato che la World SBK mi potesse dare l’opportunità di lottare e divertirmi di nuovo. Che mi potesse far emozionare con una sfida nuova, che potesse farmi divertire nel correre.
Tu hai detto tante volte che la Superbike non è stata l’alternativa al ritiro. Tu pensi che sia possibile correre in questa categoria e lottare per la leadership?
Ovviamente spero di essere competitivo qui! Ho capito di avere tanto da imparare qui, da questi ragazzi che vanno davvero forte con queste moto. Ho decisamente tanto da imparare da loro ma credo che potrò essere competitivo per il top della classifica.
Cosa pensi delle gomme che hai trovato in SBK?
Devo dire che mi piacciono molto, c’è molto grip. Ovviamente le sensazioni sono diverse rispetto alle Bridgestone della MotoGP. Si muovono di più, flettono di più ma in definitiva il grip è ottimo e qui ho avuto l’opportunità di guidare la moto in condizioni di caldo vero ed che le gomme sono molto diverse. Devi capire bene come sfruttarle al massimo per essere competitivo.
E riguardo il tuo compagno di Team?
Michael è un ragazzo davvero ok, e vado d’accordo con lui. Va fortissimo, ed in effetti l’avevo già capito dai tempi delle vittorie a Suzuka. Si vedeva che andava fortissimo anche lì ed ero certo che fosse così veloce. Non c’è dubbio che sia un grande talento, e mi aspetto grandi cose da lui penso che sia un campione del domani.
La SBK ha alcuni circuiti in calendario che sono nuovi per te. C’è n’è qualcuno che ti stuzzica più degli altri?
Certo che c’è n’è uno, ed è Laguna Seca! So che non è proprio una novità per me, ma sono parecchi anni che non ci corro per vincere. Perciò non vedo l’ora di andare lì. Poi la seconda tappa è in Thailandia, ed è la prima volta che corro lì. So che correre su tracciati nuovi per me non sarà facile, ma mi piace sperimentare piste nuove. Bisognerà vedere quanto ci vorrà per capire bene le piste. Poi si correrà anche a Donington, che non è nuova per me ma non ci corro dal 2009 e penso che sia un tracciato con alcune curve stupende. Sarà bello tornarci.
Rea ha dominato la scorsa stagione. Pensi che sia ancora il pilota da battere?
Per il momento Johnny è quello con il numero uno sul cupolino, e finchè non ci sarà qualcuno che si dimostrerà all’altezza di batterlo, penso che lui resterà il riferimento per tutti. Ci sono tanti piloti veloci qui. Non sono ancora stato in pista molto tempo con lui né con tutti gli altri, ma di certo Rea è davvero molto, molto forte. L’ho visto da bordo pista, e guida davvero benissimo. E’ davvero un ottimo pilota.
La SBK ha un nuovo format per il 2016. Come vedi questi cambiamenti?
Per me è un pò difficile giudicare il cambiamento. In effetti, avrò un giorno in meno per imparare alcuni tracciati nuovi, per capire come mettere a posto la moto su alcune piste. Dovremo essere pronti alla gara già dal sabato ed avremo davvero pochissimo tempo per farlo! Avremo solo poche sessioni prima della prima gara. Credo che sarà dura ma penso dall’altro punto di vista penso che questo ci dia anche l’opportunità di finire una gara, dormirci su e magari rifarsi il giorno dopo se è andata male.
Phillip Island è un tracciato che hai sempre amato con la MotoGP. Com’è stato guidare qui una SBK?
Sono due cose molto differenti perchè nelle curve veloci e nei cambi di direzione che ci sono qui la moto si muove di più, e questo non ti permettere di essere superpreciso con le traiettorie. Ma anche il meteo è molto diverso rispetto alle condizioni in cui ho guidato una MotoGP qui. Con le GP si corre qui quando fa più freddo e devi stare molto attendo nella curva finale che immette nel rettilineo perché se le gomme non sono davvero ok al momento in cui apri il gas questo può diventare un grosso problema!
Quando eri un pilota MotoGP per Honda e Ducati hai avuto due incredibili compagni di team. Casey Stoner e Valentino Rossi. Casey forse proverà la Panigale SBK nei prossimi mesi, e tantissimi tifosi non vedrebbero l’ora di avere Valentino sulla R1. Se tu potessi decidere, quale tra i due preferiresti non avere in griglia contro di te?
E’ facile! Entrambi! Sono due incredibili talenti, ma forse Valentino…voglio dire, quale fan della Superbike non lo vorrebbe in griglia. E’ senza dubbio il talento più importante del Racing degli ultimi anni, quello che catalizza la maggior parte degli interessi. Sarebbe incredibile averlo in griglia. Ovviamente nel giorno della gara non sarei molto felice di vederlo in griglia contro di me, ma sarebbe lo stesso fantastico. Siamo stati compagni di team due volte, abbiamo sempre avuto ottimi rapporti. Ancora oggi vado al Ranch quando posso e ci divertiamo a girare assieme. Sarebbe grande per la categoria SBK. Ma ovviamente anche Casey lo sarebbe! Sarebbe davvero bello vedere entrambi, anche se so che sono entrambi velocissimi. Ma ogni tanto sarebbe bello averli qui!
L’anno scorso hai avuto qualche problema al polso. Guidare una MotoGP al limite è davvero difficile se non sei al 100%. Hai trovato la Superbike più morbida da guidare?
La moto è senza dubbio più morbida, e la frenata è meno impegnativa. È in ogni caso una moto meno impegnativa della MotoGP che è molto rigida, sui rettilinei con quella moto lotti per tenere giù la ruota anteriore mentre sali di marcia e sono davvero felice di non avere questi problemi adesso con questa moto, mentre negli ultimi anni in MotoGP era la normalità.
La 8 Ore di Suzuka è nei tuoi programmi per quest’anno, o magari per le prossime stagioni?
Al momento non ne abbiamo parlato ancora. Adesso il mio focus è tutto sulla WSBK. Vediamo cosa succede nelle prime gare e dopo ne parleremo.
L’attuale MotoGP è un affare tra Italia e Spagna. In SBK ci sono tanti piloti britannici velocissimi. Dopo di te, Colin Edwards e Ben Spies sembra sia difficile per gli USA trovare un altro pilota pronto a vincere. Cosa ne pensi?
Hai parlato di Colin e Ben, e loro sono stati senza dubbio dei grandi campioni. Ma se vai ancora più indietro negli anni troverai tantissimi piloti USA che hanno avuto successo. Doug Polen, Freddie Merkel, uno dei miei eroi e cioè Scott Russel. I piloti statunitensi hanno raccolto tantissimi successi in questa categoria. C’era un periodo in cui negli USA praticamente non conoscevano le GP, ma andavano matti per le SBK. Penso che torneranno.
Negli States amate tutti gli sport, ma amate tantissimo anche lo “SHOW”. Forse nell’attuale panorama del motociclismo sportive non c’è abbastanza “SHOW”?
Penso che negli USA adorino da sempre le 4 tempi. Quando avevo 16 o 17 anni e si correva a Laguna Seca la SBK era un evento incredibile. Ben Bostrom ci vinse da Wild Card e i fan del racing USA adoravano quelle gare. Penso semplicemente che si tratti di GP, SBK o qualsiasi altra cosa, i fan vogliano solo vedere belle gare.
Cosa pensi del Moto America, forse potrebbe rappresentare una grande chance di far tornare I tempi gloriosi dei grandi campioni USA?
Spero davvero che aiuti. Allo stato attuale è palese che non ci siano molti talenti che emergono dagli USA, non mi pare che sia un segreto. Il progetto Moto America può aiutare a far crescere dei giovani talenti, e sembra che la serie stia iniziando ad attecchire e ricevere le attenzioni della TV. Vanno a correre su belle piste e la serie sta diventando sempre più importante. E’ un vero peccato che tanti ragazzi veloci non avessero delle vere opportunità di mettersi in mostra perché non avevano il budget per correre. Questa cosa ha rallentato la crescita di tanti talenti, perché senza soldi non si correva. Spero che con Moto America riescano a cambiare radicalmente le cose.
Mentre testavi la CBR hai avuto l’opportunità di trovarti in pista con i rivali della stagione. Che ti sembra delle altre moto?
Sai, quando sei in pista è sempre difficile capire se hai gomme nuove, gomme usate. Vedremo dopo le prime gare come stanno le cose. Ma è chiaro che la Kawasaki attualmente è un riferimento. Quando sono stato con loro in pista, ho capito che dobbiamo migliorare la nostra accelerazione, ma anche la nostra moto ha dei punti forti. Lo vedremo in gara.
Ten Kate è il tuo nuovo team. Arriva dopo una lunga carriera nei top team della MotoGP. Come ti trovi con loro?
Mi sento benissimo con il team, parlano tutti inglese perfettamente. Ovviamente le cose sono un po’ diverse, forse è un team più piccolo. C’è una bella differenza dai team Repsol e Marlboro con cui ho corso in passato. Ma tutto sommato quegli scenari erano un pò esagerati. Qui non abbiamo gli stessi soldi, non spendiamo tanto per spendere. Ma so bene che abbiamo quello che serve, e vedo che ili team fa il massimo per darmi quello di cui ho bisogno. Ho tanto da imparare da loro e spero che assieme potremo raggiungere qualche bel risultato.
Quale pensi che possa essere il tuo obiettivo più realistico alla fine della prima stagione in SBK?
Non ho ancora abbastanza elementi e non vorrei sbilanciarmi ancora, parlando tanto per. Aspettiamo di vedere come vanno le prime gare. Ovviamente farò il possibile per dare il massimo possibile ed imparare più che posso.