MotoGP
Niente sviluppo aerodinamico in MotoGP
Dopo la norma che vieta l’utilizzo delle famigerate Wings sui lati della carena, arriva un’altra stangata all’aerodinamica applicata alle MotoGP. Le carene verranno omologate ad inizio stagione
L’aerodinamica è uno degli ambiti di ricerca con il potenziale più elevato di sviluppo in MotoGP. Diversamente da quanto avviene nelle auto, ed in particolare in F1, le moto non hanno mai rappresentato un vero terreno di conquista per gli aerodinamici. Le forme delle MotoGP sono piuttosto invariate da diversi anni, con ogni costruttore che cerca di fare pochi passi in avanti in questo senso, mantenendo inalterate la maggior parte delle caratteristiche aerodinamiche dei mezzi.
Sono stati fatti dei passi in avanti da Aprilia e Suzuki, che sono alle prese con progetti relativamente giovani, mentre la Ducati ha forzato la mano con la sperimentazione più spinta in questo ambito, e facendo suonare un campanello d’allarme alle orecchie di chi tiene le redini del campionato. Il mantenimento dei costi è uno dei cardini attorno al quale è conformato il regolamento tecnico MotoGP, come dimostrano la centralina unica ed il fornitore unico di pneumatici.
@DUCATI PRESSAdesso arriva l’ennesimo veto allo sviluppo, che ha il preciso scopo di impedire alle Case di aggirare la regola riguardante l’eliminazione delle wings attraverso l’applicazione di altre soluzioni. Secondo Peter McLaren di Crash.net, la scelta di obbligare le Case ad omologare la carena delle moto è determinata dalla paura che le stesse Case possano spingersi nella ricerca estrema in aerodinamica, nel tentativo di ritrovare il carico perduto con l’abolizione delle ali.
La regola prevede che sia omologata la forma della carena e del parafango anteriore per ogni singolo pilota, e che durante la stagione sia prevista una sola occasione di sviluppo, con l’omologazione di una “evoluzione”. Una decisione che tarpa le ali agli aerodinamici che stavano iniziando ad entrare in modo sempre più massiccio nel mondo della MotoGP.