MotoGP

Il Ranch di Valentino Rossi, un mondo da favola per i motociclisti

Scopriamo più nel dettaglio com’è strutturato il Ranch di Tavullia dove si allena Valentino Rossi con la VR46 Academy e come si svolgono le prove e le gare tra i piloti

Nel 2014 è nata la VR46 Riders Academy, la scuola per i giovani talenti del motociclismo voluta da Valentino Rossi. La sede è ovviamente nel paese di Valentino, Tavullia, dove il nove volte Campione del Mondo è tornato a vivere anni fa (dopo lo scandalo dell’evasione fiscale) e in cui si allena tutti i giorni nelle pause tra un GP e l’altro insieme ai pilotini. Ma il tracciato su cui corrono con le moto da flat track, l’ormai miticoRanch, è antecedente alla nascita del progetto VR46: già da più di dieci anni Rossi, il papà e i suoi amici, tra cui il compianto Marco Simoncelli, nei week end andavano a girare in quel luogo, all’epoca una cava, perché in settimana c’erano i camion al lavoro.

Nel 2010 è nata da Graziano Rossi, convinto sostenitore degli allenamenti su sterrato, l’idea di farne una pista professionale, curata e studiata nei minimi dettagli, e dopo addirittura un anno e mezzo di collaudi, nel 2012 è diventata la struttura di oggi: il regno del ‘Dottore’, una seconda casa dove trasferirsi per gli allievi, un paradiso per tutti gli appassionati di motociclismo. In questo servizio vi portiamo oltre i cancelli del ‘Ranch’, dove le decine di tifosi che si assiepano ogni giorno lì fuori, anche col brutto tempo, possono solo sognare di andare (in attesa che venga aperto al pubblico con la costruzione di alcune tribune). Ecco a voi il mondo da favola creato da Valentino Rossi!

Dove si trova il Ranch di Valentino Rossi: il tracciato, l’area su cui sorge e le regole del gioco

Alberto Tebaldi, amministratore delegato della VR46 nonché uno dei precursori del Ranch, ci illustra il tracciato, che ha delle esclusività rispetto a quelli tradizionali da flat track (la specialità con cui si allenano Rossi & co.): «La pista non è piatta, ma ci sono numerosi cambi di pendenza, con l’altra particolarità di due ovali che si intersecano l’uno con l’altro. E’ lunga 2,5 km, larga da 8 a 12 metri, è omologata per le gare di Flat Track, con un granulato che cambia a seconda della stagione: la base, il fondo sono sempre gli stessi, cambia il composto superiore, con più cemento per l’inverno (per reggere alle temperature rigide, alla pioggia e a ogni avversità atmosferica) e con più terra per l’estate. Prima di arrivare alla migliore combinazione tra tenuta per le gomme delle moto e durata del materiale, sono stati fatti parecchi tentativi, fino ad ottenere un fondo che adesso, a detta di tutti quelli che hanno girato al Ranch, è vicino alla perfezione. L’area si estende su circa 100 ettari (poco meno, n.d.r.), ed è di completa proprietà della società Test Track (al 100% di Valentino Rossi n.d.r.): è destinata all’uso sportivo, ma è anche un’azienda agricola».

Le regole sono state dettate da Graziano Rossi, come detto, il vero ideatore del tutto: «Graziano ha preso spunto dai piloti americani, che da sempre si allenano con il “flat track”, ma l’evoluzione apportata dalla famiglia Rossi è che le moto devono essere “omologate”, mantenere i freni, e le curve devono essere anche a destra, non solo a sinistra come avviene negli Stati Uniti», spiega Tebaldi. Per vedere dove si trova e come raggiungere il Ranch di Valentino Rossi guarda la mappa a fondo articolo.

Ranch di Valentino Rossi: il box/spogliatoio dei piloti e il parco moto

A bordo pista, le persone che curano il circuito sono rimaste le stesse che in precedenza ci lavoravano quando ancora era una cava: Valentino Rossi non li ha costretti a sloggiare dopo aver comprato il terreno, esattamente come gli amici che vanno al Ranch insieme a lui sono gli stessi con cui è cresciuto e con cui ci andava prima che diventasse anche un luogo di lavoro per l’Academy.

Un casolare di un paio di stanze rappresenta lo spogliatoio e la sala da pranzo (di cui parleremo meglio più sotto), e il suo porticato viene adibito a box quando vengono allineate le moto e i piloti si scambiano le impressioni a caldo. I professionisti come Rossi e i suoi colleghi arrivano con i loro ‘bolidi’ personali, ma per gli ospiti (ci sono spesso molti estranei, anche illustri, in visita al Dottore e non solo gli amici o conoscenti) c’è un vera e propria concessionaria di motocicli adibiti a flat track tra cui scegliere.

La giornata tipo al Ranch: prove, gare e l’Americana

Il livello dell’agonismo e la giornata tipo sono quelle di una classica prova del motomondiale. Del resto, oltre ai nomi noti che già vediamo tra Moto2 e Moto3, qui ci sono ragazzini di sedici anni come Dennis Foggia e Celestino Vietti Ramus che vengono a scuola dal nove volte campione del Mondo appositamente per riuscire un domani a coronare il loro sogno di arrivare a correre in quelle categorie. Tra sali scendi continui, curve lente e velocissime, frenate e accelerazioni sempre di traverso, la sensazione da fuori è che sia impossibile domare la moto: il controllo in derapata è incredibile, così come stupisce la capacità di reagire immediatamente a qualsiasi imprevisto da parte di questi ragazzi, i quali, solo così si può capire, sanno fare cose che ai ‘comuni mortali’ non riescono.

Però è uno spettacolo assoluto, tra prove in cui i piloti girano liberamente ma con un “transponder” che rende visibili i tempi su una televisione sotto il porticato, e gare normali con classifica finale o “all’americana” (cioè con eliminazione degli ultimi due a ogni giro) i cui schieramenti di partenza sono definiti proprio dai migliori crono fatti segnare nei giri liberi (come delle qualifiche, per intenderci). Tra una manche e l’altra, un po’ di riposo e qualche scambio di opinioni tra gli atleti, che, non bisogna dimenticare, oltre a divertirsi sono al ‘Ranch’ per allenarsi e migliorarsi.

La cena col capo tribù Valentino Rossi, che sale in cattedra

Quando non si va avanti a oltranza (il che, dicono i diretti interessati, può capitare), al calare del buio si spengono i motori e allora diventa il momento di sfruttare la sala adibita a mensa: un tavolone e panchine accolgono comodamente 30-40 persone, il “catering” è alla buona ma di alto livello. Non pensiate però che durante questo momento conviviale non si parli di motori! Proprio no, perché questa è anzi l’ora di salire in cattedra per il “capo tribù” Valentino, il quale mette a disposizione dei futuri eredi tutta la sua esperienza: Vale incomincia riguardando i video di ottima fattura registrati con un drone, e commenta ogni aspetto della sua guida e di quella degli altri, per migliorarla, dare consigli, spunti, considerazioni per il futuro. Qui il 46 mostra ciò che ancora lo anima a combattere dopo due decenni ai massimi livelli, ovvero la dedizione per questo sport e tutto quello che ci ruota intorno, e una carica agonistica ancora intatta che lo fa sforzare per restare al passo dei più giovani. Fosse per lui non smetterebbe mai.

Così si conclude una giornata al Ranch con Valentino Rossi, e così si chiude anche il nostro approfondimento sull'”ottava meraviglia” (per un motociclista) messa in piedi da questa leggenda vivente. Un’opera destinata a conservare l’enorme patrimonio che il Dottore rappresenta e ha rappresentato per l’Italia dei motori, che speriamo possa anche divenire culla sempre più feconda dei talenti di domani. Intanto non è finita qui, Tebaldi preannuncia: «Diciamo che siamo al 70-80% di quelli che sono i nostri programmi: vogliamo arrivare a poter dare da dormire ai piloti stranieri che ci vengono a trovare». E se così sarà, noi saremo lieti di riaggiornarvi con tutte le novità che il vecchietto (si fa per dire) Rossi ha ancora in serbo per noi appassionati!

Indirizzo e come raggiungere il Ranch di Valentino Rossi

Luca Agnelli

Mi piace il giornalismo e studio Scienze della Comunicazione, ma sono timido: allora scrivo. Il mio cognome fa parte del mondo dei motori da prima che lo decidessi io. Da piccolo spegnevo la tv a mio papà che guardava le corse perché volevo giocasse con me. Poi ho iniziato a seguirle insieme a lui. Adesso guai a chi me le toglie.

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