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MotoGP

La riscossa di Rossi riparte dal Qatar

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Mancano davvero poche ore all’inizio del mondiale 2016, dopo una vigilia carica di novità, di attese e di tantissima tensione. In Qatar avremo la risposta a tantissime domande in sospeso da Valencia

La lunga stagione dei test invernali è conclusa e ora sta finalmente arrivando il momento di fare sul serio per i ragazzi della MotoGP. Piace definirli tutti ragazzi, anche se tra di loro c’è qualcuno più vicino ai quaranta che ai venti. Qualcuno di illustre, di famosissimo. Qualcuno che ama il giallo e più di ogni altra cosa ama vincere.

Valentino Rossi è il ragazzo non più ragazzo che in Qatar è alla ricerca di risposte fondamentali. Può continuare ad essere competitivo? Può vincere una gara, un mondiale oppure deve rassegnarsi al potere della data di nascita? Rossi ha affrontato i test con determinazione, con rabbia e con l’enorme esperienza che può vantare, vestendo perfettamente i panni di Peter Pan delle moto. Senza mai fermarsi, senza mai fare la star e accettando sempre di buon grado anche il lavoro sporco che richiede adattare una moto a delle gomme nuove e ad un’elettronica meno raffinata. Ha dovuto affrontare i fantasmi di aver perso una grandissima occasione, di essersi visto sfuggire tra le mani il decimo titolo, quello più desiderato. In tanti avrebbero preso questa sconfitta per una resa obbligata, accettando di dover semplicemente voltare pagina. Valentino per fortuna non ha reagito così e ha solo passato il tempo a pianificare. Ha trovato un feeling incredibile con la Yamaha M1 nella nuova configurazione, ha lavorato per arginare con un passo gara da riferimento la poca attitudine a segnare il famoso giro mostruoso. Ha messo a frutto tutta l’esperienza che fa parte del patrimonio di un pilota che corre a quasi quarant’anni tra orde di ragazzini cresciuti a pane e Facebook. In effetti quando lui ha vinto il primo Mondiale, Facebook non esisteva e il massimo del concetto social era diviso tra il Bar Sport di Tavullia e la Polleria Osvaldo.

Le armi di cui dispone Valentino sono affilate, ma la più affilata di tutte la condivide con il peggiore degli avversari. Perché se è vero che Valentino ha lavorato sul passo, il suo compagno di team può contare sulla stessa M1 e riesce ad essere semplicemente imprendibile sul giro secco, senza essere affatto da meno quando si parla di passo. Jorge Lorenzo condivide con Rossi una moto perfetta, che ha digerito meglio di ogni altra il passaggio alle nuove gomme, e che porta al limite con una semplicità disarmante.

Il mondiale vinto tra le polemiche non ha intaccato minimamente l’immensa autostima del pilota spagnolo, ma le continue dichiarazioni sulla sua volontà di firmare con Yamaha il prima possibile lasciano alcuni dubbi. E’ una mossa strategica, tesa a far alzare il prezzo dell’asta virtuale tra Yamaha e Ducati, oppure c’è dell’altro? Yamaha ha detto che Rossi ha praticamente carta bianca sul prossimo contratto, deve solo firmarlo. Mentre parlando di Lorenzo non ha utilizzato le stesse parole, Ovviamente ha dichiarato che vuole tenere il pilota campione del mondo, eppure non ha abboccato all’amo teso da Jorge. Non ha tentato di assicurarsi i servigi dello spagnolo a tutti i costi, ed ha preso tempo. Questa reazione non è stata molto gradita da Jorge, corteggiato in maniera poco velata anche dagli uomini di Borgo Panigale. Se le prime gare non dovessero andare bene per Jorge, i problemi potrebbero anche aumentare, portando Valentino alla firma prima di lui.

In questo scenario, è facile ipotizzare che il clima all’interno del box si geli ulteriormente tra i due riders, portando ad un’atmosfera da guerra fredda che di fatto è già in corso, con buona pace di chi afferma che tra i due piloti è tutto ok. Come dire che Tyson e Holyfield la sera del morso, sono andati a cena assieme ed hanno litigato per stabilire chi doveva pagare il conto. Intanto la rissa c’è stata, ed era pressoché inevitabile.

Altri due ragazzi che in questo mondiale hanno decisamente tantissimo da dover dimostrare, sono i due componenti dell’A-Team. In Ducati chiamano infatti così Andrea Dovizioso e Andrea Iannone, due piloti che hanno vissuto momenti di fortuna alternati a pessime performance nella stagione 2015. Arrivano allo start in Qatar con l’obbligo di portare la Desmosedici GP alla vittoria, a distanza siderale dall’ultima vittoria di una moto rossa in GP, targata Casey Stoner. Proprio il canguro mannaro rappresenta una delle spine nel fianco per i piloti ufficiali. Ha girato fortissimo nel test, è tornato a farsi vedere e sorride a tutti come se stesse per partecipare ad una festa. Il dubbio è che in realtà la festa la stia preparando lui a tutti gli altri, accettando di cedere alla volontà di Ducati di riportarlo in gara.

I due piloti titolari sono avvisati, devono conquistarsi in pista la fiducia della Casa bolognese e cercare di firmare il contratto 2017 quanto prima. Lo spauracchio rappresentato dal tester più veloce del pianeta e dalle voglie spagnole dei vertici del team dovrebbero costituire uno stimolo. Tutti speriamo che non rappresenti anche un problema, che possa trasmettere solo insicurezza e mancanza di fiducia. La pista qatariana è assolutamente ben gradita dalla moto italiana, ed una vittoria in apertura darebbe morale a tutti restituendo una serenità che al momento non appare scontata.

Il ragazzo cattivo, quello che è stato messo alla gogna per il finale del 2015, deve lottare per ritrovare la stessa serenità di cui era padrone. Marc Marquez non riesce a demolire gli avversari come faceva nel 2013 e 2014 e da tutte le sessioni di test non è mai uscito col sorriso. La Honda ha problemi con le gomme e con l’elettronica e se il mondiale non dovesse iniziare bene c’è anche la non troppo remota possibilità che a Marc venga voglia di cambiare aria. Per quali lidi? A Marc si potrebbe prospettare la possibilità di andare in Ducati e fare ciò che Valentino non è riuscito a fare nei due anni in rosso. Una bella sfida, ma anche la possibilità di fare qualcosa di realmente unico, vincendo una sfida che neanche il più grande di tutti è riuscito a vincere.

Dani Pedrosa deve mostrare di essere ancora la scelta migliore per la Honda, e questa stagione potrebbe essere la sua ultima possibilità. Dani è un grandissimo pilota, ma anche in questi test non è stato mai al top. Anche lui non è più un ragazzino, e deve guadagnarsi a suon di podi la fiducia necessaria per restare in un top team nel 2017.

Abbiamo parlato dei sei piloti destinati a dividersi la torta, a competere sempre per la vittoria. Ma alle loro spalle c’è un gruppo agguerrito composto da talenti pronti a entrare di diritto nell’olimpo del top rider. Il primo nome che è decisamente nella lista è quello di Maverick Vinàles, che ha fatto una stagione di test sempre al top, mostrando i progressi concreti compiuti dalla moto ed anche dallo stesso pilota.

Da tenere d’occhio anche il duo della Pramac, composto da Redding e Petrucci, che hanno a disposizione una moto all’altezza delle migliori della classe. Le nuove regole sull’elettronica dovrebbero avvicinare le prestazioni tra i team factory e i clienti e in quest’ottica la Pramac potrà senza dubbio dire la sua in campionato, potendo anche contare su due talenti cristallini e vogliosi di mettersi in luce.

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