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Leon Haslam si riaffaccia nel mondiale SBK

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Torna nel paddock SBK un pilota che ha sempre conquistato con la sua semplicità ed umiltà. Uno che divideva la torta di compleanno con i vicini di box! Il racconto di Manuel Persiani

Come recita un famoso libro di Stephen King, a volte ritornano. Se nell’opera letteraria del maestro dell’horror questa frase aveva un’accezione negativa, in questo caso sono invece felice di veder tornare in griglia, per questa ultima tappa del Campionato Mondiale Superbike, un pilota che ho sempre ammirato tantissimo: Leon Haslam.

Come infatti è noto, Haslam, che quest’anno ha concluso in seconda posizione il campionato BSB lottando sino all’ultimo per conquistare il titolo, sta partecipando alla tappa di Losail del World Superbike Championship, in sella alla Kawasaki del team Pedercini, in sostituzione di Anthony West. Conobbi Leon diversi anni fa e sin da subito nacque un’attrazione per questo talentuosissimo ragazzo che, come tanti altri, non ha purtroppo raccolto tutti i frutti che avrebbe meritato.

@KAWASAKI RACING

Come ormai è risaputo, gli appassionati di Superbike come me hanno un amore viscerale per i piloti di vecchio stampo, quelli che lavorano a testa bassa, che rispettano il prossimo, che conoscono l’umiltà e che non si tirano mai indietro davanti agli impegni . Uno di loro è proprio Leon Haslam. Storicamente seguito dal padre, Rocket Ron, grande motociclista degli anni 80′, e dalla moglie Olivia, Leon ha sempre un sorriso per tutti e un talento che non tutti hanno compreso appieno.

In griglia, mentre io entravo con Smrz, lui e sua moglie sorridevano e salutavano tutti, stringendo ogni mano che gli si parava davanti. Era veramente d’esempio. Forse sarebbe sufficiente analizzare la sua stagione 2009, terminata in sesta posizione sulla Honda del Team Stiggy, per capire che pilota di razza sia il trentatreenne di Ealing. In pochi non ricordano quanto, nonostante una moto tecnicamente inferiore, tenesse testa a piloti ufficiali e supportati da strutture ben più blasonate. Se ancora non dovesse bastare, si potrebbe dare una veloce occhiata anche al risultato del campionato successivo, concluso al secondo posto, superato solo da Max Biaggi.

Nel 2015, ultima stagione nel Mondiale prima di passare al BSB, terminò quarto in sella all’Aprilia RSV4. Ma se i risultati erano di primissimo piano, era anche la sua umanità, davvero di altri tempi, a conquistare ogni singolo “abitante” del paddock.

Ricordo che al termine di gara 2 a Salt Lake City del 2009, durante la quale Haslam fu costretto al ritiro, sentimmo urla e risate provenire dal box attiguo al nostro. Era il compleanno di Leon e il suo team aveva organizzato una festa a sorpresa, con torta e candeline. Al termine della consuetissima “Happy Birthday to you” vedemmo Leon apparire davanti alla saracinesca del nostro box, con la torta in mano, che ci invitava a festeggiare con lui, disinteressandosi completamente del colore delle nostre divise e del fatto che fino a pochi minuti prima fossimo stati suoi avversari in pista.

In quel momento eravamo “solo” i vicini di box con i quali aveva condiviso il weekend e quindi desiderava che anche noi festeggiassimo con lui. Questi sono i piloti che dovremmo amare: veloci sì, ma anche con un cuore di altri tempi. Sono uomini che se fossero nati cinquecento anni prima sarebbero i cavalieri che oggi conosciamo come protagonisti di romantiche ballate e di storiche conquiste.

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