MotoGP
Rossi, Ezpeleta e il carico da 90
“Te l’avevo detto giovedì! Che schifo”: Valentino Rossi non le manda a dire al patron di Dorna, Carmelo Ezpeleta
Per quanto la Dorna sia una organizzazione spagnola, che indubbiamente ha reso il baricentro motociclistico mondiale sbilanciato verso la penisola iberica, è innegabile che la vera stella di tutto lo show sia il Dottore. Carmelo Ezpeleta, che della Dorna è il grande capo, lo sa bene. Lo spagnolo sa benissimo che Valentino ha permesso alla MotoGP di diventare uno show televisivo planetario, venduto ovunque. Non si tratta di ridurre lo sport ad un mero business, si tratta solo di essere realisti. La Dorna aiuta tantissime squadre presenti nelle tre categorie del motomondiale e lo fa spendendo i proventi della vendita dei diritti TV in giro per il mondo. Più il business cresce, maggiore è la disponibilità di Dorna di finanziare lo spettacolo in pista.
In realtà questo sistema permette a tutto il sistema di sopravvivere e permette ai tifosi di assistere ad uno spettacolo in pista di altissimo livello. Solo che come tutti gli sport, anche il motociclismo ha un enorme bisogno di grandi campioni, di stelle che da sole riescano a calamitare l’attenzione delle folle. Se in un Clasico Real Madrid-Barcellona non giocassero Messi, Ronaldo, Neymar e Bale la partita perderebbe un po’ di magia e l’interesse attorno all’evento diminuirebbe senza alcun dubbio. Anche un non appassionato di calcio ama guardare una partita farcita di campioni, perché sa che da un momento all’altro uno di questi fantastici talenti potrebbe inventarsi una magia, un tocco inaspettato. Una di quelle perle che negli anni hanno fatto diventare una semplice partita.
La stessa identica cosa accade nel mondo delle moto e in generale del motorsport. Non ce ne vogliano Barbera, Hayden e Laverty. Ma se in pista ci fossero solo loro, è del tutto plausibile che il sistema MotoGP navigherebbe in pessime acque. Invece la MotoGP può contare sul suo Messi e sul suo Ronaldo, che per uno strano scherzo del destino sono rappresentati nel mondo delle moto da una sola persona fisica, sua maestà Valentino Rossi. Rossi è il vero patrimonio di questo sport, la vera ricchezza della Dorna e della MotoGP. E’ il pilota che ha letteralmente fatto esplodere un fenomeno sociale, diventando un idolo per i tifosi di tutte le nazionalità e la principale ragione per la famosissima casalinga di Voghera di guardare la gara alle 14 ogni domenica. Magari indossando un grembiulino giallo con un bel 46 stampato al centro.
Valentino ha compiuto un’impresa arrivando in fondo al campionato pronto a conquistare il decimo titolo della sua straordinaria carriera. Purtroppo non gli è stato possibile lottare alla pari con il proprio rivale, Jorge Lorenzo e il perché è ormai palese agli occhi di tutti. Chiunque abbia mai guidato una moto in pista, oppure un go-kart di quelli dotati di motore da tagliaerba, sa benissimo che se riesci a restare incollato al mezzo che hai davanti, vuol dire che vai più forte di lui. Aggiungete che se sei uno che ha una certa propensione all’azzardo e sei famoso per la tua cattiveria in pista, sei praticamente costretto a tentare il sorpasso. Marquez era palesemente più veloce di Lorenzo, ma sembra aver cambiato dna e ha deciso di non attaccare e non essere aggressivo. Tempismo pessimo per addomesticarsi.
Il gioco fatto dagli spagnoli e denunciato da Valentino Rossi nella conferenza di Sepang è stato definitivamente confermato dal comportamento di Marquez a Valencia e anche dalle dichiarazioni di Lorenzo che ha confermato di essere felice che i due spagnoli della Repsol lo abbiano protetto per fare restare il titolo in Spagna. Dopo questo triste spettacolo vissuto in pista e proiettato su milioni di TV in giro per il mondo, Carmelo Ezpeleta è andato dal suo Messi. E’ andato da Rossi e non ha avuto il coraggio di dire una parola al suo campione, mentre Valentino con grandissima tristezza negli occhi gli diceva: “Hai visto che avevo ragione? Hai visto che giovedì avevo ragione? Che schifo…”. Rossi ha invitato Ezpeleta a continuare la discussione nel motorhome privato del pilota, ma il silenzio e lo sguardo basso del capo della Dorna sono stati più eloquenti di mille parole.
La realtà è che la più luminosa stella del motociclismo aveva chiesto aiuto proprio a quella Dorna che ha contribuito più di ogni altro a rendere grande e potente. Ma la Dorna non ha difeso la propria stella, che è stata lasciata da sola in pista a difendersi contro un gruppo di bambini che si sono coalizzati per batterlo utilizzando metodi davvero squallidi. Non sappiamo cosa si siano detti Carmelo Ezpeleta e Valentino Rossi nel motorhome. Ma possiamo tutti immaginare che il capo della Dorna abbia chiesto semplicemente scusa al Dottore per non averlo tutelato quando e quanto poteva. Dopo il gran finale tanto pubblicizzato dalla Dorna, può darsi che qualcosa cambi e che Ezpeleta in futuro sappia prendere posizione in maniera più decisa per difendere uno dei proprio campioni. No Rossi, no party.