MotoGP
SBK e MotoGP | Tutto cambia affinché nulla cambi
Cambiano i regolamenti e tutto diventa uguale: i campioni che tengono a galla le barche SBK e MotoGP che affondano
Dopo una domenica pazzesca, una domenica senza gare che ci permette di fare il punto della situazione dopo le cose incredibili che abbiamo visto ad Arco di Trento in MXGP e in MotoGP in Argentina. Il primo ragionamento che viene da fare è che noi siamo rimasti attratti e calamitati a questo magico sport che è il motociclismo, per due motivi fondamentali: l’amore folle per le moto da competizione, per la tecnologia e l’ammirazione per i piloti, coloro che guidano queste creature incredibili.
Vi confesso una cosa: ultimamente negli ultimi 10 anni inizio ad amare molto meno la moto da competizione. Non ho capito perché l’egemone del motociclismo e della velocità, il dittatore spagnolo Dorna abbia messo mano ai regolamenti e trasformato tutto in un miscuglio dove non si capisce più niente! E’ tutto 1000, tutto quattro tempi, le GP uguali alle Superbike, l’Aprilia corre con una Superbike in GP, la Yamaha fa una moto di serie uguale all’M1 da GP che poi correrà in Superbike e quindi una Superbike uguale alla GP! E’ tutto uguale! Non mi fanno impazzire come le meravigliose Superbike dei primi 15 anni. Mi fa schifo la Moto2, monomotore senza senso! E non mi piace neanche la Moto3.
Insomma questa repulsione verso una tecnologia devastata da chi non capisce e non ama le moto mi viene però compensata dalle imprese fenomenali che hanno fatto questi due talenti italiani. Valentino Rossi. A 36 anni prenderti una sportellata da Iannone, ripartire ottavo, passarli tutti, arrivare a quattro secondi e bene, hai fatto l’impresa. E invece no è voluto andare a tentare di agguantare quello che guida la Honda in un modo pazzesco! Il più grande talento di sempre Marc Marquez. E’ voluto andare a mangiargli quattro secondi e poi a passarlo. E’ stata un’impresa fenomenale, che compensa qualunque cosa.
Come la prima gara di Arco di Trento di Motocross. I quattro top Rider compreso il re assoluto del motocross americano Villopoto piegati dall’otto volte campione del mondo Tony Cairoli. E’ l’ammirazione per questi talenti che mi compensa dunque un po’ di disamore per una tecnologia sciupata da chi non ama le moto e i regolamenti.