Superbike

SBK, Fogarty all’attacco: «Il motociclismo di oggi è troppo politically correct»

Il 4 volte iridato della Superbike ricorda con nostalgia i suoi tempi: «Oggi i piloti sono tutti amici, ai miei tempi nessuno poteva vedere gli altri!»

Durante la sua lunga carriera Carl Fogarty non si è mai fatto troppi problemi nel dire sempre quello che pensava. Un motociclista duro e puro, oltre che estremamente veloce, che proprio per queste caratteristiche è diventato l’idolo indiscusso di una generazione di appassionati che l’ha visto trionfare per 4 volte nel mondiale Suberbike, quando questo campionato era nel momento del suo massimo splendore. Slight, Corser, Haga, Colin Edwards: questi erano i nomi degli avversari del pilota britannico in pista ed in particolare con l’americano Fogarty si è cimentato in duelli rusticani all’ultimo colpo, sia dentro che fuori dai circuiti. Proprio di quell’atmosfera di battaglia e di rivalità sente la mancanza l’ormai 52enne ex campione iridato, che ha punzecchiato duramente i campioni di oggi in un’intervista concessa a Speedweek.com: «Ai miei tempi si scontravano grandi campioni e a nessuno andavano a genio gli altri: c’eravamo io, Kocinski, Edwards…e tutti noi  avevamo una grande bocca! Ci piaceva parlare, avevamo scontri verbali, come nel pugilato, e questo la gente lo amava. Adesso sono tutti politicamente corretti, tutti sono i migliori amici l’uno dell’altro, almeno così sembra».

Foggy però non parla solo delle derivate di serie, estendendo il discorso anche alla MotoGP: «Prima c’erano Schwantz, Rainey, Doohan, Gardner: erano tipi cattivi, che non si sopportavano a vicenda, oggi è diverso. La rivalità ci vuole: quando i compagni di squadra combattono tra loro c’è sempre spettacolo! Guarda Rossi e Lorenzo: difficilmente potrebbero essere amici. Oggi però i media e gli sponsor non permettono più ai piloti di essere dei veri personaggi. Ai miei tempi se perdevo una gara per colpa della gomma posteriore che funzionava male, dicevo che faceva schifo e basta. Oggi questo non è più possibile e non credo che sia una cosa positiva». Un politically correct che non piace a chi ha sempre detto tutto ‘pane al pane, vino al vino’, e sarebbe molto interessante scoprire cosa ne pensano i piloti di oggi di queste riflessioni.

Matteo Senatore

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