Superbike
SBK, Honda ancora in bilico tra elettronica Cosworth e Marelli
La buona gara di Phillip Island non ha restituito la completa tranquillità al progetto Honda in SBK, ancora in bilico tra Cosworth e Marelli per la gestione elettronica di una moto che ancora non ha espresso completamente il proprio potenziale
Il debutto di Leon Camier in sella alla Honda CBR ha dimostrato che le ambizioni in SBK per questa stagione possono essere molto diverse rispetto al 2017 per il Costruttore di Tokyo. La moto ha ancora un importante margine di sviluppo e il punto cardine di questo sviluppo sembra ancora essere la parte elettronica, per cui la Honda ha ricevuto un nulla osta del tutto particolare dalla FIM. Dopo aver manifestato la volontà di passare dall’elettronica Cosworth a quella Marelli infatti, il Team aveva richiesto una proroga del termine ottenendo di poter decidere entro Aprile con quale elettronica correre. Solo che le buone prestazioni di Phillip Island hanno confuso le idee, portando Camier alla decisione di correre anche a Buriram utilizzando la vecchia elettronica che forse ha iniziato finalmente a funzionare dopo aver fatto tribolare così tanto la squadra nel 2017.
La squadra si è anche recata sul tracciato di Monteblanco a Siviglia per una tre giorni di test comparativi ma il test è stato condizionato dal maltempo, consentendo ai piloti di effettuare solo pochi giri in pista e non riuscendo ad ottenere il feedback desiderato. Le parole di Camier rappresentano poi un ulteriore problema vista la apparente promozione per l’elettronica tanto vituperata nel recente passato: «La gara di Phillip Island è andata bene, quindi voglio continuare così in Thailandia. La conformazione del tracciato è molto diversa, quindi sono curioso di scoprire come si comporterà lì la Fireblade. Stiamo lavorando senza sosta per rendere più competitiva questa moto».
Vale la pena ricordare che anche il nostro Davide Giugliano quando provò la moto per la prima volta nel 2017 non bocciò la centralina Cosworth, ritenendo che il materiale fosse buono e che necessitasse solo di sviluppo per diventare perfetta. Evidentemente, le parole di Camier confermano ciò che aveva già intuito Davide nel periodo in cui è stato in sella alla moto.