Superbike
SBK, intervista esclusiva a Marco Melandri: «Un grande 2018 per meritare la V4»
Marco Melandri si prepara ad affrontare una stagione importantissima nel 2018. Abbiamo parlato con lui della SBK, della V4 e del futuro
Marco Melandri ha vissuto un ottimo 2017 in SBK in sella alla Ducati Panigale. E’ tornato alla vittoria a Misano ed avrebbe vinto nuovamente a Jerez, senza la sfortuna che l’ha messo fuori dai giochi quando aveva la vittoria in tasca. Ha riconquistato tutti gli automatismi persi durante il periodo di stop dalle gare ed ora è pronto per essere protagonista sulla Panigale V2 nella sua ultima stagione prima di lasciare spazio alla magnifica V4. Proprio quella V4 che Melandri vuole conquistare con una grande stagione.
Ormai è passata qualche settimana dai test in cui hai provato la Panigale con la specifica di regolamento 2018. Che idea ti sei fatto a mente fredda sulla situazione?
«Sai, i test invernali lasciano sempre il tempo che trovano, perchè noi siamo stati lontani sul giro secco, ma non abbiamo mai usato la gomma da tempo. Dipende molto ogni squadra che lavoro punta a fare, se cercano il limite oppure lavorano sul passo di gara. Di sicuro noi siamo quelli maggiormente penalizzati dal regolamento 2018. Adesso vediamo nei prossimi test se riusciamo a trovare qualcosa di interessante nella curva di coppia del motore»
Quindi in Ducati si lavora sulla meccanica per arginare questa situazione e migliorare l’erogazione del motore?
«Si, perchè adesso siamo arrivati ad avere i cv dei quattro cilindri, però abbiamo un pò snaturato quello che è il bicilindrico, che è caratterizzato da una grande coppia a bassi regimi del motore. Adesso che hanno castrato i giri motore, soffriamo tanto, perchè abbiamo perso coppia a bassi giri ed il motore mura presto. Basta ricordare che abbiamo circa 2000 giri in meno delle quattro cilindri. Quindi dobbiamo lavorare per trovare un utilizzo completamente diverso del motore»
Vogliamo chiederti qualcosa sulla Panigale V4, un progetto molto importante per la Ducati. Alessandro Valia ci ha raccontato a Milano, in occasione di Eicma, di quanto questa moto sia diversa dalla V2. Tu l’hai provata, cosa ne pensi?
«Si, ho provato la versione stradale. Diciamo che la V4 è una moto più “normale”, sia come utilizzo del motore, come massimo numero di giri. Ha un utilizzo molto più ampio del bicilindrico che attualmente utilizziamo e mi è piaciuto molto. E’ vero anche che adesso sulla stradale c’è un 1100 cc, quindi bisognerà aspettare per vedere il 1000 cc come andrà. Anche sull’aspetto ciclistico, è una moto più normale. La Panigale V2 ha delle misure abbastanza particolari rispetto a tutte le altre moto, come ad esempio la distanza tra pignone e perno anteriore, lunghezza del forcellone. Ha una distribuzione dei pesi molto particolare»
La Panigale V2 quindi è sempre stata un progetto molto estremo, forse anche per questo è stato così difficile ed impegnativo portarla al top e renderla competitiva su tutte le piste?
«Si, è un progetto estremo. Probabilmente ci si aspettava qualcosa in più dalla Panigale V2 i primi anni, invece non sempre ha funzionato come doveva. Poi a lavorarci duro, è migliorata molto e secondo me oggi questa moto è al massimo del suo potenziale. Speriamo che questo sia abbastanza per lottare per il titolo nel 2018»
Con la partenza di Ernesto Marinelli c’è stato un grande cambiamento in Ducati. Come sono cambiate le cose nel team?
«Io ho lavorato con Ernesto solo per un anno, anche se lo conoscevo già da prima, ma non in modo approfondito. Ho scoperto una grande persona oltre che un gran tecnico, una persona fantastica. Sicuramente è un cambiamento importante. Perdere una persona così, che ha passato oltre venti anni in Ducati, non sarà facile. Non è facile sostituire una persona così, infatti non si rimpiazza la sua posizione ma vengono divise le sue responsabilità tra altre persone, con una diversa distribuzione dei compiti. E’ stato un pò rivisto l’organigramma, è stato spostato il team sviluppo. E’ tutto organizzato in modo diverso. C’era già un Direttore Tecnico che lo affiancava, ovvero Zanbenedetti. Non so se si potrà definire un Project Leader, ma sarà probabilmente il nostro punto di riferimento in pista, il Responsabile n°1 di Ducati in pista»
Pensi che questa riorganizzazione di cui parli si è resa necessaria anche per spostare risorse sullo sviluppo della V4 in vista del debutto in gara nel 2019? Come vivi questa cosa, pensi che possa rappresentare un problema per lo sviluppo della V2?
«Io credo più che sia un’opportunità, non credo che questo cambio di organigramma sia dovuto all’arrivo del V4. Ci sarà maggiore necessità di scambio di informazioni tra MotoGP e SBK. Quest’anno ci sono capitate alcune difficoltà in SBK che magari non sarebbero successe avendo maggiore scambio di informazioni con il team MotoGP e probabilmente anche all’altro lato servirà avere informazioni da noi. Penso che questa riorganizzazione sia stata fatta per rafforzare tutto il gruppo di lavoro in entrambi i settori. In ogni caso so per certo che stanno lavorando tanto sul V2 perchè questo cambio di regolamento deve portare un cambio molto importante per noi nella gestione del motore, quindi dobbiamo fare un grande lavoro in pochi mesi su quello che abbiamo. Poi a metà stagione secondo me si dovrà vedere come siamo messi in campionato. Se ne varrà la pena si lavorerà fino alla fine sul V2»
In questi mesi tiene banco la questione dei piloti paganti, con alcuni che hanno deciso di rinunciare a correre come Faccani e Guevara. Il problema non riguarda un top rider come te, ma coinvolge gran parte delle griglia di partenza in tante categorie. Come vedi tu la situazione oggi rispetto a quanto hai iniziato? Forse oggi c’è troppa attenzione nei confronti dei soldi e poca nei confronto con il talento?
«Io credo che questa situazione sia un pò figlia del momento in generale. Dobbiamo ricordare che stiamo parlando di uno sport molto costoso e se i team non riescono più a trovare facilmente gli sponsor come magari avveniva una volta, da qualche parte cercano di recuperare il budget. Purtroppo il pilota pagante in questo momento va per la maggiore, ma in realtà questa non è una novità, è sempre stato così. Altrettanto importante è il passaporto del pilota, che spesso pesa di più del talento. Di fatto questo mondo qui è un business, non è solo uno sport. Chi le organizza, non lo fa per hobby, ma perchè fa impresa. Purtroppo la situazione è questa, forse servirebbe lavorare meglio fin da piccoli con i ragazzi. E’ giusto che un ragazzo lavori sodo, che si alleni, ma deve restare fondamentale il divertimento. Un problema che capita troppo spesso è che tanti iniziano a correre per diventare ricchi e famosi, ma questa cosa sappiamo bene che non succede sempre. Credo che tutti debbano iniziare per divertimento, per gioco. Poi chi ha più talento secondo me emerge da solo. Il punto è anche che tanti in Italia non hanno nemmeno la possibilità di iniziare secondo me»
Guardando al panorama internazionale, cosa pensi del British SBK e del successo che sta avendo? C’è qualcosa di quel campionato che porteresti nel mondiale?
«Onestamente credo che tanto dello spettacolo sia dovuto in qualche modo al fatto che le piste sono più pericolose. I piloti guidano con un pò di margine, non si possono permettere di guidare al limite. Per questo secondo me ci sono tanti piloti che hanno tanto coraggio e che magari sono davanti perchè si avvicinano di più al limite, ma poi non hanno grande tecnica di guida. A Novembre a Jerez abbiamo girato con qualcuno di questi piloti del British, e li ho visto che dove c’è proprio da guidare, dove serve la tecnica, alcuni erano veramente molto lontani mentre poi in gara nel British vano forte. Secondo me lo spettacolo non è dovuto all’elettronica, al diverso regolamento, ma proprio alle piste che sono così diverse da generare questa situazione»
Oltre ad essere un pilota di alto livello, da poco ti sei lanciato in un’esperienza imprenditoriale con il sito Motowide.com , assieme a tua sorella. Come sta andando quest’avventura?
«E’ nata nell’anno in cui non correvo, visto che ho sempre avuto un bellissimo rapporto con tante aziende che producono, e noi in Italia abbiamo le migliori in diversi settori. Sono partito con mia sorella in questa cosa, senza di lei non l’avrei mai fatto. Abbiamo fatto degli errori all’inizio, stiamo adesso iniziando a capire parecchie cose e tra poco sarà online anche la versione inglese del sito. Il nostro obiettivo è di creare una community, dove la gente può trovare consigli e idee. Non voglio solo consigliare cosa comprare e perchè, e ho visto che sono piaciuti molto alcuni video in cui ho dato dei consigli ad esempio su come applicare le saponette sulla tuta oppure come installare il pinlock per evitare che sia appanni la visiera. Mi piace quest’idea di dare delle indicazioni agli utenti, e spero che chiunque possa trovare qualcosa di divertente e di utile sul sito. Andando avanti, vedremo dove ci porterà il futuro»
Questo sarà un World Ducati Week dal sapore diverso, come ti prepari a vivere l’ondata di tifosi della Ducati a Misano? Ti piace di più oggi essere un uomo Ducati?
«Mi piace essere un uomo Ducati oggi, come mi piaceva già tanti anni fa, solo che le cose andarono in modo particolare per varie ragioni. Io credo che la Ducati sia il vero marchio a cui gli appassionati si legano. Di solito nel motociclismo ci si lega ad un pilota, invece nel caso della Ducati c’è passione per il marchio. Poi per me che sono romagnolo, è un onore farne parte»
Quando pensi si possa definire un programma per il 2019 per te?
«Onestamente non ne ho idea! Non ci ho ancora pensato per ora. Io mi sento molto bene e sono convinto di aver trovato la giusta dimensione in questa squadra, mi trovo bene con tutti i ragazzi. E credo che anche i ragazzi, dopo le paure iniziali di dover lavorare con me, per aver sentito dire di tutto nei miei confronti, dopo che mi hanno conosciuto si sono tutti rasserenati. Sono curioso di correre questa stagione per raccogliere i frutti dell’esperienza del 2017 e poi si vedrà. Credo che il poter continuare nel 2019 debba essere la conseguenza di un ottimo 2018»
C’è una Panigale V4 da sviluppare. Tu che sei un grande appassionato di tecnica, come ti sentiresti a poterci lavorare e poi portarla alla vittoria?
«Si, sono un grande appassionato e mi piace sviluppare. Ma per ora sono dei bellissimi sogni e devo restare concentrato sul 2018!»