Superbike
SBK, Mike Jones si rilancia in Spagna e sfida Troy Bayliss in Australia
Nuova avventura nel campionato spagnolo per Mike Jones con Kawasaki: il pilota australiano sfiderà anche il suo mentore Troy Bayliss
Mike Jones ha dimostrato tutto il suo talento nel 2017 correndo in Europa in sella alla Ducati Panigale 1199 del Team Aruba Superstock, conquistando una quinta posizione nella classifica generale impreziosita da dei podi. Il ragazzone australiano ci ha concesso una intervista proprio alle porte di una stagione che sarà fondamentale per la sua carriera. Nel 2018 infatti, Jones andrà a correre nel campionato spagnolo, riservato alle moto Superstock 1000, vestendo i colori della Kawasaki gestita dal Team Speed Racing, un team di riferimento per la Casa di Akashi nel panorama Racing internazionale. Il programma è da pilota ufficiale e l’obiettivo per Jones è quello di fare ulteriori passi avanti verso lo sbarco in pianta stabile nel mondiale SBK.
Oltre a rappresentare un ruolo così importante per Kawasaki, Jones è supportato ufficialmente e potrebbe fare qualche test esclusivo per Michelin nel campionato spagnolo, ricoprendo un ruolo analogo a quanto svolto da Michele Pirro nel CIV con al sua Panigale gommata dai francesi.
Prima di iniziare la stagione di gare in Spagna, Mike Jones si troverà anche ad incrociare in pista il suo mentore Troy Bayliss. I due saranno in pista assieme nel primo round del Campionato Australiano SBK. Abbiamo chiesto a Mike come sarà lottare carena contro carena contro la leggenda australiana della SBK.
Dopo aver corso una stagione su una moto che conoscevi, ma su piste che non conoscevi, adesso la difficoltà è ancora più alta! Tra una Kawasaki tutta da scoprire e tante piste inedite, di certo non sarà una strada in discesa…
Questa stagione rappresenta un’altra enorme sfida per me, dandomi di nuovo l’opportunità di mostrare il mio talento in Europa. Conosco abbastanza la Kawasaki ZX-10, perché ci ho corso e vinto nel campionato australiano SBK del 2015. Sono molto eccitato e non vedo l’ora di iniziare la stagione
Sembra che la Kawasaki in questo momento sia la moto più in forma in configurazione SBK, ma stiamo pur sempre parlando di un mondo totalmente diverso dalla Panigale che hai avuto a disposizione negli ultimi anni. Pensi che la moto si adatti al tuo stile di guida?
E’ molto difficile sapere con certezza quale moto sia adatta o meno al mio stile di guida. IL mio lavoro come pilota, è cercare di guidare la moto al meglio delle mie possibilità. La cosa più importante per me quando sono in sella è sentirmi a mio agio e avere la massima confidenza con il mezzo. Ho già girato in pista con la Kawasaki ZX-10rr in Australia e le prime sensazioni sono ottime.
Il campionato spagnolo sta diventando molto importante nel panorama europeo, crescendo di anno in anno. Vincere qui potrebbe essere un’ottima chiave di accesso al mondiale SBK?
Penso che vincere il campionato spagnolo possa certamente aprirmi una possibilità di entrare nel Paddock del mondiale SBK. In ogni caso, il mio traguardo e l’obiettivo su cui sono concentrato è fare il miglior lavoro possibile in questa stagione.
Adesso ti appresti ad incrociare le tue traiettorie in pista con quelle di Troy a Phillip Island. Se doveste trovarvi a lottare in pista, come ti sentiresti ad attaccare a fondo il tuo mentore?
Sono eccitato al’idea di correre contro Troy Bayliss a Phillip Island nel primo round del Campionato Australiano SBK. Correrò contro di lui trattandolo esattamente come se fosse un avversario qualsiasi. Partecipare a questa gara sarà un’ottima opportunità per completare la mia preparazione qui in Australia prima di andare in Spagna e iniziare il mio lavoro lì con il Team Speed Racing.
Qual’è stato secondo te l’insegnamento più importante della prima stagione di gare in Europa? E soprattutto, ti piace la vita da questo lato del mondo?
La cosa pù importante che ho imparato nella scorsa stagione è di certo il fatto di aver conosciuto i circuiti europei. Penso che conoscere bene le pista sia una conoscenza con un valore impareggiabile. Di certo mi è piaciuta l’esperienza di vivere dall’altro lato del mondo, ma non c’è nessun posto come casa.