Superbike
A Misano è tornata la vera Superbike!
Sorpassi, tensione e spettacolo. A Misano è tornata la SBK, un campionato che può dare ancora tantissimo senza rimpiangere i campioni del passato. Questa SBK è viva e vegeta
Quando meno te l’aspetti, all’improvviso in un torrido fine settimana deserto a Misano, ritorna la vera Superbike! Quella delle grandi emozioni e degli spaventi, quella dei duelli all’ultima curva, delle cadute e delle rimonte, delle vittorie inattese e delle gare mozzafiato. Ma dov’era finita la SBK? Dove si era nascosta negli ultimi anni dietro a gare monotone, finto fair play e risultati sempre uguali e scontati? Era dai tempi dell’ultimo guerriero Troy Bayliss che non si vedevano gare di questo livello emotivo e sportivo. Gare che ci hanno immediatamente riportato alla storia di questa categoria diventata leggendaria proprio per il modo unico e spettacolare di confrontarsi in pista fino all’ultima staccata per poi ritornare subito amici appena scesi di moto.
Duelli mitici iniziati con Falappa, Pirovano, Fogarty ma anche il guerriero Chili ed Edwards con Haga e Corser. Insomma Misano 2017 ha avuto l’effetto di una vera “macchina del tempo” che ci ha sparaflashati nel passato storico meraviglioso ed emozionante di un campionato che si era stemperato nelle ultime stagioni con una monotonia e una prevedibilità soporifere. Invece le pochissime persone sulla pista e le altrettante poche a casa davanti alla TV hanno rivissuto le vere emozioni di una vera gara SBK. Gara uno dove l’inatteso Van Der Mark comanda con spavalda determinazione fino a quando non vola via per una foratura e viene evitato per pochi cm da Rea che lo sfiora a 240 Kmh nel curvone!
Ma questo spavento è solo l’antipasto di un ultimo giro da paura vera con il volo di Melandri seguito dopo poche curve dalla scivolata di Davies che viene utilizzato come rampa dalla Kawasaki di Rea che vola a terra per risalire come un fulmine in sella e terminare terzo. Un Rea che aveva intravisto Chaz scusarsi e gettarsi verso la sua Ducati prima di riaccasciarsi esanime. Ma quando ripassa nel giro d’onore trova la Ducati ancora a terra e l’ambulanza che soccorre Davies e corre subito per capire se l’avversario che aveva investito sta davvero male. Ma non finisce qui perché nella gara della domenica sono di nuovo protagonisti piloti inattesi come Torres e Fores in grado di comandare il gruppo dei soliti noti fino a quando non si devono ritirare per lasciare via libera al più inatteso di tutti. Ovvero un pilota che viene da un duro anno sabbatico a piedi e che non vince dal lontano 2014 a Magny Cours. Da molti dato ormai per bollito e finito ma che in casa ritrova la strada giusta per bloccare il ripetitivo inno britannico sostituito con l’inno di Mameli.
Marco Melandri ha impiegato sei gare per tornare quel talento che ci aveva incantato con uscite di traverso fumanti dall’ultimo curvone di Phillip Island con la Honda RC213V di Gresini davanti a Vale & Co. Poi il ritorno con la Panigale, cucita sullo stile di Davies, che lo aveva visto quasi sempre nel gruppo di testa ma mai così deciso spavaldo e veloce da vincere e piegare le mostruose Kawasaki ufficiali. Una vittoria che riporta il sorriso in casa Ducati dopo lo spavento del sabato e che riporta il tricolore sul gradino più alto del podio dopo tre anni di lunghissimo digiuno. Melandri ha anche centrato la storica vittoria numero 100 per un italiano in SBK e casualmente il numero 33 ha collezionato la vittoria numero 333 per la Ducati in SBK.
Appena finita gara due siamo andati a complimentarci con Macio e ci aspettavamo di trovarlo con la Manu a festeggiare tra magnum di champagne e musica rock. Invece abbiamo dovuto cercarlo nel retro paddock dove si era rintanato a festeggiare con i Nonni!!! Due giovanissimi, arzilli ed emozionati signori che avevano appena assistito al trionfo del nipote. Appena arrivato mi ha invitato a conoscere i nonni che dopo tanto tempo gli avevano chiesto di poter assistere ad una sua gara. E mi ha spiegato che forse gli avevano anche portato fortuna!
Insomma una domenica davvero speciale dove la SBK ritorna alle sue origini facendoci vivere una serie di emozioni che ci fanno anche chiedere perché non si cerca di riportarla sempre e solo a questi livelli? Quelli delle sue origini e dei suoi primi indimenticabili 25 anni.