MotoGP

Suzuki sogna Jorge Lorenzo, passo indietro con Iannone?

Nonostante le parti neghino che ci sia questa possibilità, uno scambio tra Ducati e Suzuki dei due flop-rider nel 2017 sarebbe un’ottima soluzione. La Suzuki pensa a un passo indietro con Andrea Iannone?

Metà stagione, tempo di bilanci e valutazioni. Indubbiamente i grandi giochi di mercato piloti del 2016 che hanno coinvolto Yamaha, Ducati e Suzuki hanno cambiato tantissimo lo scenario del mondiale. Ma chi ha vinto, chi ha fatto la migliore scelta tra i tre contendenti? Ovviamente la Yamaha, che si è ritrovata in casa un pilota giovane, talentuoso e velocissimo come Maverick Vinales. Il giovane perfetto su cui puntare per il ruolo di successore di Valentino Rossi e il tutto condito da un ingaggio misero. Perché, è bene ricordarlo, Vinales è il pilota che guadagna di meno tra quelli che hanno il privilegio di essere al servizio dei grandi team Ducati, Yamaha e Honda.

Se Yamaha ha vinto su tutti i fronti, chi sembra aver toppato alla grandissima sono Ducati e Suzuki. La Casa di Borgo Panigale ha commesso per la terza volta lo sbaglio in cui era già incappata con l’ingaggio di Marco Melandri prima e Valentino Rossi poi. Ha ingaggiato Jorge Lorenzo, pagandolo a peso d’oro e trovandosi nel team un pilota che attualmente occupa il nono posto in classifica alle spalle degli altri due piloti che corrono con la stessa moto, ovvero Dovizioso e Petrucci. E gli ingaggi di questi due piloti, forse non fanno la decima parte dell’ingaggio di Lorenzo per una sola stagione. Forse sarebbe stato meglio tenersi in casa un pilota cresciuto tra le amorevoli cure di Borgo Panigale.

Discorso simile, ma con cause diverse, quello per Suzuki. La Casa di Hamamatsu è stata forse tratta in inganno dalla velocità di Vinales riguardo il potenziale della GSX-RR, ma ha cercato in tutti i modi di trattenere il talento spagnolo anche per il 2017. Persa la chance di trattenerlo, è stata praticamente costretta ad ingaggiare Andrea Iannone, con la speranza di aver trovato un pilota in grado di essere al top e lottare costantemente per il podio. Probabilmente Iannone ha “ereditato” l’offerta economica che era stata riservata a Vinales in caso di sua permanenza in Suzuki. In ogni caso parliamo di un ingaggio che presumibilmente si aggira attorno ai 4 milioni di euro l’anno. Per il misero bottino di punti raccolti finora, sono decisamente parecchi.

La delusione di Ducati e Suzuki per i nuovi arrivati è ovvia, per quanto le rispettive parti non facciano altro che lanciare messaggi di pace e distensione, di volontà di continuare assieme e lavorare per migliorare. Anche quando Valentino Rossi correva (si fa per dire) con la Ducati i messaggi di amore reciproco erano costanti, salvo poi scoprire quanta frustrazione e reciproca insofferenza c’era nascosta sotto uno strato di apparenza molto spesso. Perché il punto è questo e cioè che nessuno sponsor che ha elargito il necessario per pagare i rispettivi ingaggi gradirebbe leggere un messaggio di “sconfitta”, con l’ammissione di aver sbagliato. Eppure la situazione al momento suggerisce questo, e cioè che sia Ducati che Suzuki hanno sbagliato.

La Suzuki è una moto molto simile alla Yamaha: stessa configurazione di motore, quattro cilindri in linea, e telaio con una conformazione giocoforza simile. Le due moto hanno in comune la stessa agilità e, almeno fino al 2016, sembrava addirittura che Suzuki avesse un telaio anche migliore di Yamaha, salvo poi essere in debito di qualche CV rispetto alla concorrenza. Invece la Ducati è di tutt’altra pasta: quattro cilindri a L, peso distribuito diversamente, e telaio che, come universalmente noto, non gradisce la guida di fioretto. In pratica un incubo per chi ha imparato a guidare sull’altro tipo di moto. Incubo reciproco.

Se analizziamo le cose per bene, possiamo capire che i problemi di Iannone e Lorenzo sono simili: hanno entrambi corso fin dal debutto in MotoGP sempre sulla stessa moto. Per l’italiano la Ducati, mentre per lo spagnolo la Yamaha. Entrambi sono saltati su due moto diametralmente opposte rispetto a quelle guidate finora ed entrambi non trovano la quadra. Andrea Dovizioso, tanto per fare un esempio, ha debuttato sulla Honda, ha avuto una parentesi in Yamaha ed è in Ducati dal 2013. E’ alla quinta stagione sulla Desmosedici, per quanto la moto attuale sia molto diversa dalla GP13 su cui ha debuttato. Ma l’esperienza, anche su altre moto, ha probabilmente aiutato Andrea nella definizione di uno stile di guida adattabile. Per Lorenzo e Iannone questo non è avvenuto.

C’è una soluzione a questi problemi, che al momento non sembrano portare nulla di buono a nessuno? Ecco, forse una soluzione ci sarebbe. Ardita, folle, insensata, ma anche affascinante ed onestamente percorribile. E se la strada migliore fosse quella di invertire le moto tra i due piloti? Cosa accadrebbe se Iannone dovesse tornare in sella alla Ducati, di cui peraltro ha sempre parlato benissimo anche in questo 2017, e Lorenzo dovesse migrare verso la giapponese Suzuki, una moto con caratteristiche più simili alla M1 di qualsiasi altra moto in griglia?

Un sogno? Probabilmente si, ma anche una concreta possibilità di evitare un altro anno di purgatorio che costerà tantissimo. Si potrebbe percorrere la strada che tante volte è stata percorsa nel calcio, con le squadre a dividersi gli ingaggi. Ducati risparmierebbe e probabilmente Suzuki sarebbe ben felice di pagare la differenza per avere un top rider pluri-titolato in squadra. Forse anche i piloti sarebbero disposti a tagliarsi lo stipendio pur di risolvere una situazione che se dovesse protrarsi fino alla fine del 2018, potrebbe generare problemi molto più grandi.

La situazione è dunque questa ed è forse l’unica strada sia per Iannone che per Lorenzo di tornare ad essere dei top rider della MotoGP. Nel 2017, stanno solo concorrendo per un altro poco ambito ruolo: quello di Flop Rider dell’anno.

Redazione Motori

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