Supersport
Supersport, ecco l’analisi del round thailandese
Viaggio all’interno del secondo round del Mondiale Supersport che ha regalato all’Italia la seconda vittoria dopo quella di Rolfo in Australia.
Le moto sono rientrate ai box, lo champagne è stato versato e bevuto. Il secondo round del Mondiale Supersport è concluso, quindi proviamo a sbrogliare la matassa di una gara che ha regalato tanti spunti su cui riflettere e che meritano di essere approfonditi con occhio critico andando a riavvolgere il nastro degli episodi occorsi in 17 intensi giri fatti di spettacolo, contatti, motori rotti e bandiere nere.
La gara
Come sempre la Supersport ci regala buone dosi di spettacolo ed anche questa gara thailandese non è stata da meno. Il tracciato forse è più adatto ad una gara Supersport che ad una della Superbike vista la quantità di sorpassi anche nello stesso giro tra tutti i piloti in pista. Oltre ai sorpassi, la gara ci ha consegnato un pò di sana ignoranza targata Kyle Smith tra errori, staccate incredibili e contatti per lo meno evitabili che hanno mandato su tutte le furie più di un pilota, Gamarino su tutti, vittime delle sue scorribande. Sana ignoranza che contraddistingue anche il buon Gino Rea che per colpa di un problema sulla sua Kawasaki si è trovato a chiudere il warm up lap dietro la safety car, con conseguente partenza dalla pit lane. Ma Gino è partito normalmente dalla sua casella prendendosi un ride through trasformato poi in bandiera nera per non averlo rispettato. La cronaca della gara ci racconta di tre motori che saltano: Khairuddin, PJ Jacobsen e soprattutto il leader della gara Cluzel che spreca l’occasione di portare a casa punti pesanti dopo lo zero in Australia. La palla passa al nostro Caricasulo braccato dal pilota di casa Kraisart che gli rende la vita difficile fino a che quel cattivone di Kyle Smith non si mette in mezzo e “aiuta” il Carica a vincere la gara.
Spettacolo
Se ne è visto a grandi dosi in questo inizio di campionato ed anche la gara thailandese non ha tradito le attese grazie anche ad una pista che come dicevamo prima è più favorevole alla Supersport che alla Superbike. Anche l’assenza di Kenan Sofuoglu, che rientrerà ad Aragon, ha inciso positivamente sullo spettacolo con i piloti liberi di poter lottare per il podio intero e non soltanto per due posti residui quando c’è da fare i conti con il fenomeno turco. Una mano importante è arrivata anche dalle wild card thai presenti in questa gara che hanno attirato l’attenzione del pubblico che ha riempito le tribune del Chang International Circuit di Buri Ram, regalando un colpo d’occhio ormai raro in Europa.
Contatti e finale di gara
Non sono mancati i contatti in questa gara e tutti hanno avuto come unico protagonista il buon Kyle Smith che ne ha combinate di cotte e di crude nell’arco della gara. Partito bello baldanzoso dominando il venerdì, il buon Kyle si è sciolto sparendo dai radar della qualifica e facendosi notare in gara per le clamorose staccate che tirava e per i contatti. A farne le spese la wild card Polamai e soprattutto il nostro Christian Gamarino che stava facendo una grande gara. Christian è scivolato per evitare una staccata troppo garibaldina del buon Smith. Concitato anche il finale di gara con Smith che, incurante del ride through e del change position, è andato a prendere Kraisart battagliando con il thai per il podio. Risultato? Bandiera nera per Smith e podio tutto Yamaha con Caricasulo, Kraisart e Tuuli.
Motori rotti
Sono 3 le rotture di motore che hanno caratterizzato la gara della Supersport. Ad aprire queste “danze” la Kawasaki di Khairuddin sul rettilineo principale, seguito dalla MV F3 di Jacobsen già in evidente difficoltà per tutto il weekend. A far più rumore però è la rottura di motore del leader della gara Jules Cluzel il cui motore esplode a 6 giri dalla fine. Disperazione per Cluzel che sperava di uscire da Buriram con ben altro risultato di uno zero.
Bandiere nere
Due le bandiere nere sventolate in questa gara: la prima a Gino Rea, reo di non aver rispettato un ride through per essere partito dalla sua casella in griglia e non dalla pit lane. L’altra è di Kyle Smith per non aver rispettato il cartello di “change position +3” per guida pericolosa, dopo i contatti con Polamai e Gamarino, addirittura a gara finita.
La Superport ha offerto come sempre uno spettacolo incredibile, e sembra tutt’altro che una categoria moribonda, come in tanti la definiscono negli ultimi tempi. Appuntamento ad Aragon, per un terzo round di fuoco, con il campionissimo Sofuoglu che tornerà con l’intenzione di riprendersi lo scettro del n°1.