Superbike
Il volto della Superbike 2017
La World Superbike è nel pieno di un periodo di pausa lunghissimo, durante il quale si sta definendo il volto del campionato 2017. Scopriamo la fisionomia della griglia di partenza del futuro
Il mercato piloti Superbike è iniziato con un certo ritardo rispetto a quanto accaduto in MotoGP, ma ha velocemente recuperato terreno. La prima parte di stagione è andata in soffitta, in attesa di tirarla giù per svolgere le ultime prove di un campionato caratterizzato da un calendario poco comprensibile. Il campione d’inverno è Jonathan Rea, e su questo c’è poco da dibattere visto il dominio messo in mostra dal pilota irlandese nelle ultime due stagioni.
Analizziamo la situazione di mercato di ogni singola Casa impegnata in SBK. Un quadro destinato a subire delle piccole variazioni nelle prossime settimane, ma che ha già una fisionomia piuttosto precisa.
Kawasaki Team Provec
Firmato il contratto con Kawasaki, il pezzo grosso della vasca è sistemato, lasciando nel cassetto degli altri piloti le speranze di migrazione del n°1 del branco in MotoGP. Jonathan Rea resterà in SBK, nel suo mondo, nel suo paddock. E lo farà in sella alla moto più forte, una Ninja ZX-10r che non è mai stata così forte. Al suo fianco Tom Sykes, Mr Superpole. La convivenza tra i due assi britannici sembrava essere stata minata dall’insofferenza di Tom nei confronti dello schiacciasassi John. In realtà Sykes ha fatto la scelta più logica, consapevole che la Kawasaki è attualmente la moto al top e l’unica sulla quale poter avere delle chance di battere il campione del mondo. Perchè è probabile che il nome del campione in carica resti lo stesso anche in futuro.
Ducati Aruba
Non c’è la firma di Chaz Davies sul contratto, ma è ovvio che l’avventura in rosso sia destinata a continuare per il pilota che finora è riuscito ad interpretare meglio la Panigale, una moto che è cresciuta tantissimo ma resta molto complicata da gestire in pista al top. Diversa la situazione nell’altra metà del box. Davide Giugliano non farà parte della squadra ufficiale nel 2017, anche se Ducati vorrebbe provare a tenerlo in orbita Borgo Panigale affidandolo ad un team privato e gestendo materiale di alto livello. Come fatto in passato con Althea e come attualmente si sta facendo con Xavi Forés e Barni Racing, che può contare su una moto molto simile alle ufficiali. La Panigale di Giugliano è uno degli oggetti più desiderati del paddock SBK, e dopo che la girandola di nomi è passata da Eugene Laverty a Stefan Bradl, sembra che l’ago si sia fermato su una vecchia conoscenza di Ducati e del paddock. Pare infatti che l’ingaggio di Marco Melandri sia cosa fatta, dando retta alla maggior parte dei media italiani. Il ragionamento che ha riportato con forza il nome Melandri nel top team Ducati è molto semplice. Macio è un nome di grido, è italiano ed è un grandissimo campione, nonostante uno stop di quasi due anni. Lo sponsor Aruba ha preteso un nome “pesante” per il 2017, e Ducati ha preso il più pesante disponibile sul mercato.
Honda Ten Kate
Nicky Hayden è approdato in Superbike con un bell’inizio di stagione. E’ tornato alla vittoria in Malesia, ed ha dimostrato per l’ennesima volta di essere uno straordinario professionista, accettando di andare a correre a Suzuka per la 8 ore, una gara massacrante che ha un peso fondamentale per le strategie racing della Honda. Il campione MotoGP del 2006 aspetta con ansia la nuova moto, che dovrebbe arrivare verso settembre in occasione dei saloni autunnali. Al suo fianco sembra che possa approdare Stefan Bradl. Il tedesco ha deciso di cambiare paddock, piuttosto che accontentarsi di gioire per una top ten in MotoGP. La coppia di piloti che si è formata è caratterizzata da talento, esperienza e tantissima concretezza. Potrebbe essere una squadra di piloti da tenere molto d’occhio, se la Honda dovesse mantenere le promesse e far debuttare una moto nuova, come invocato da anni da tutti ormai.
Yamaha Crescent
La stagione di debutto nella WSBK per la Yamaha R1 è stata finora disastrosa. E’ difficile salvare qualcosa in uno scenario che vede pochissime soddisfazioni in Superbike ed un’abbondanza di amarezze. Dagli infortuni ai problemi di una moto che non sembra particolarmente facile da mettere a punto, nessuno è soddisfatto di questa avventura. La Pata ha chiesto a gran voce un pilota italiano di grido, ma gli ultimi sviluppi hanno allontanato Marco Melandri dalla sella della R1. Lowes non ha dimostrato di valere tutta la fiducia di cui era accreditato, rischiando anche di fare una frittata tutta Yamaha a Laguna Seca, quando per poco non ha centrato Niccolò Canepa, reo di averlo battuto in sella alla stessa moto e nel ruolo di panchinaro del team. Eppure la speranza che le cose migliorino nel futuro ci sono, ed hanno il nome di Michael Van Der Mark. L’olandese della Honda aveva chiesto di passare in MotoGP, e di fronte al rifiuto di Tokyo si è messo alla ricerca di un’alternativa in SBK. Pare che le strade del talentuoso pilota e della R1 siano destinate ad incrociarsi, con la possibilità che a pagarne le conseguenze sia Sylvain Guintoli, forse destinato a smettere prima del previsto qualora non trovi un ingaggio di livello per il 2017.
@YAMAHA-RACINGAprilia Ioda Racing
L’avventura Superbike per la compagine di Giampiero Sacchi era iniziata in maniera piuttosto precipitosa. Ma i buoni risultati raccolti da Lorenzo Savadori hanno dimostrato che la RSV4 è tutto tranne che una moto da museo, e che con il giusto impegno è possibile costruire un progetto vincente. Romano Albesiano ha manifestato la volontà di Aprilia di tornare ad investire sullo sviluppo di questa magnifica moto, avendo forse compreso che con un impegno minimo sarà possibile togliersi grandi soddisfazioni, che attualmente sono fuori portata in MotoGP. La moto interessa moltissimo anche a Muir, il titolare del Milwaukee BMW, alla ricerca di un’alternativa alla moto bavarese con la quale non ha raccolto quanto sperato. Scartata l’ipotesi Ducati, si accosta sempre più insistentemente il nome di Eugene Laverty sulla seconda RSV4, una moto che l’irlandese conosce benissimo ed ha già portato alla vittoria in passato.
BMW Althea
Genesio Bevilacqua è un grandissimo manager della Superbike, ed ha messo in piedi una splendida partnership con BMW, che ha già regalato molte soddisfazioni in pista. La coppia di piloti è un ottimo mix di esperienza e velocità, e non ci sono motivi validi per cambiarla per il futuro. Gli sforzi del team saranno probabilmente concentrati sul far crescere al massimo il progetto S1000 rr, consentendo a Jordi Torres e Markus Reiterberger di raccogliere il massimo nel 2017.
Ci sono tanti altri nomi che ancora non sono sistemati, ed è possibile che la Kawasaki possa contare in pista sulla moto di Puccetti, determinato a fare il salto in SBK dopo anni di successi in Supersport. Tuttavia il progetto SBK era basato sul nome di Marco Melandri, che doveva fare da calamita per convincere San Carlo, main sponsor dell’operazione, a sbarcare in SBK. Con Giugliano in partenza dalla Ducati, potrebbe essere Davide a portare in pista un progetto gestito totalmente in Italia. Giugliano potrebbe anche trovare con la Ninja quel feeling che è sempre mancato con la Panigale.
E’ nebuloso anche il futuro in Superbike di MV Agusta, che sta stupendo grazie alle imprese di Leon Camier. Il britannico ci aveva rivelato di aver anche visto la moto per il futuro, ma la situazione finanziaria dell’azienda non è rosea. Il team SBK è un’entità esterna, ma è stato messo al sicuro il budget 2016, e non si ha la certezza di riuscire a fare altrettanto per il 2017.
Con l’ingresso di Bradl ed il ritorno di Melandri, la SBK si rifà leggermente il trucco, ma non cambia volto definitivamente. L’eventuale passaggio di Van Der Mark in Yamaha e gli investimenti di Aprilia sulla RSV4 di Savadori, potrebbero aprire la strada a scenari realmente diversi da quelli osservati nel 2016.