Supersport
Supersport, Ana Carrasco: «Un giorno vorrei correre in MotoGP»
L’intervista alla prima donna nella storia ad aver vinto una gara motociclistica di velocità di un campionato del Mondo, la spagnola Ana Carrasco
Ana Carrasco, 20 anni, appena da cinque stagioni pilota professionista di moto, eppure da sempre abituata a fronteggiare ostacoli apparentemente insormontabili e a frantumare record. Nel 2013 correva nel Motomondiale in Moto3, dove nel GP di Malesia (con un 5° posto finale) a soli 16 anni divenne la quinta donna della storia ad andare a punti in una gara motociclistica di velocità di un campionato del Mondo, la prima spagnola in assoluto. Domenica a Portimao, in Supersport 300, ha invece conquistato la prima vittoria della sua carriera, la prima anche a firma femminile degli annali del motorsport. Ma chi è la Ana Carrasco? Conosciamo meglio questa ragazza con le due ruote nel sangue, il quale coraggio di sfidare un ambiente a prevalenza maschile e le imprese che sta compiendo la ergono a simbolo della rivendicazione di una maggiore presenza di quote rosa in questa disciplina; uno sport che, sfatando finalmente ogni mito e pregiudizio sulle “donne alla guida”, non è più per soli uomini.
LA PASSIONE PER LE MOTO EREDITATA DALLA FAMIGLIA – Innanzitutto, come ha fatto ad appassionarsi alle moto: «Famiglia. Mio padre era pilota da giovane e poi meccanico. Siamo due sorelle e un fratello e a tutti noi piace questo. Mio padre ha dato una moto a mia sorella, che è due anni più vecchia di me, quando avevo tre anni, ho provato, e mi ha coinvolto. Di solito viaggio con la squadra (l’ETG Racing), ma a volte la mia famiglia viene a gare vicine a casa. Sono stata fortunata che c’erano a Portimao perché finora quest’anno erano venuti solo al Motorland. E ‘stato bello poter vivere con loro la mia prima vittoria in una gara di un campionato del mondo. Nell’infanzia come idoli mi sono piaciuti molto Daijiro Kato, e poi in seguito, Casey Stoner. Ora, tutti i piloti MotoGP in generale, da Valentino Rossi a Marc Márquez o Dani Pedrosa». La categoria regina del Motomondiale è il suo sogno, che continua a coltivare nonostante l’avventura in Moto3 fosse partita bene ma non proseguita altrettanto ottimamente, con due stagioni tra il 2014 ed il 2015 senza raccogliere mai un punto: «Adesso sto bene in questo campionato, ma è vero che un giorno vorrei raggiungere la MotoGP. Ero già in Moto3 e vorrei farlo di nuovo per combattere per il sogno di raggiungere la premier-class». Il suo numero preferito è il 22, anche se attualmente gareggia col 2 poiché in SSP 300 l’altro è già occupato: «Lo prendo per Pablo Nieto. Quando sono arrivata in Moto3 l’ho fatto alla sua squadra, e l’ho messo in suo onore. Quando sono arrivata qui il 22 già lo aveva Kalinin, così ho messo il 2».
«NON PENSAVO DI VINCERE. RINGRAZIO PER TUTTI I MESSAGGI» – Come stile si definisce «Una pilota molto completa, che non commette troppi errori, e ho una certa facilità nei circuiti veloci», mentre la vittoria la descrive con la giusta lucidità e consapevolezza dei propri mezzi che deve avere una professionista: «La verità è che non pensavo a questo tracciato come favorevole per cercare la mia prima vittoria. Quest’anno tutti i circuiti del campionato sono nuovi per me. Sono partita per vedere un po’ cosa sarebbe successo e non sapevo come mi sarei sentita, ma ho fatto bene e fin dalle prove ho visto che stavo andando veloce, e mentre proseguivo il fine settimana mi sono sentita di meglio in meglio. Assimilarla, l’ho assimilata, ma la verità è che sono stata sopraffatta da questa vittoria perché ha avuto un grande seguito e non ho smesso di ricevere chiamate e messaggi fin dalla fine della gara. Ad essere onesta non ho ancora avuto il tempo di leggerli tutti, ma ovviamente ringrazia ciascuno».
PROSSIMO OBIETTIVO: IL TITOLO MONDIALE – La Carrasco ha battuto per 53 millesimi in una volata finale entusiasmante all’ultimo giro ben due avversari che le contendevano il successo, quei Marc Garcia e Alfonso Coppola primi del Mondiale; lei, con grande lucidità e convinzione nei propri mezzi, spiega di esserci riuscita così: «Da quando sono arrivata in testa innanzitutto, ho spinto il più forte possibile, e anche se mi hanno superato, ero sicura avrei potuto lottare fino alla fine per vincere. Nei giri precedenti avevo già visto che potevo arrivargli davanti sul rettilineo del traguardo». In classifica generale ora è 7° a 45 punti di distanza dal leader Coppola; a 3 round dalla conclusione c’è in testa anche la pazza idea di riaprire il discorso per il titolo? «La classifica la tengo in secondo piano. Non abbiamo avuto molta fortuna, e siamo un po’ lontani dalla cima. Mi concentro più sulla lotta per essere sul podio in alcune delle corse rimanenti»; mentre per il futuro, la vedremo ancora in questa categoria o in altre, magari alla ricerca di nuovi record al femminile della storia del motociclismo? «Adesso sono aperte diverse opzioni, ma la mia priorità è rimanere nella stessa mia squadra e combattere per il titolo della Supersport 300». Donne e motori, gioie e dolori? No, con la Carrasco sono solo gioie!