
Elon Musk, la critica è forte - www.MotoriNews24.com
Lite virtuale tra Jeremy Clarkson, leggendaria presenza in Top Gear ed il controverso imprenditore Elon Musk.
Cosa serve per scatenare una guerra verbale tra due giganti? Un’auto elettrica, un test di guida e un’opinione schietta. Jeremy Clarkson, il celebre giornalista britannico noto per il suo stile provocatorio, ha colpito duramente Elon Musk, l’imprenditore che ha rivoluzionato il mondo dell’automotive con Tesla. Questa non è una semplice polemica; è una vendetta consumata nel tempo, un dramma che affonda le radici in una storia di rancori e malintesi.
Tutto ha avuto inizio nel lontano 2008, quando Clarkson testò la Tesla Roadster nel programma Top Gear. L’esperimento si trasformò in un fiasco: l’auto si scaricò dopo soli 80 km. Inoltre, i freni erano inaffidabili e la ricarica richiedeva ben 16 ore. Una catastrofe che non passò inosservata agli occhi di Musk, il quale reagì con furia, trascinando in tribunale la BBC. Da quel momento, la frattura tra i due è diventata un abisso incolmabile.
Musk, con la sua tipica arroganza, ha sempre considerato Clarkson e il suo programma come un circo più che un’analisi seria dell’industria automobilistica. Ha persino dichiarato che le trasmissioni di Top Gear erano più orientate all’intrattenimento che alla verità, un’accusa che ha infiammato ulteriormente il già teso rapporto.
La vendetta di Clarkson
Oggi, mentre Tesla naviga in acque tempestose, con vendite in calo e una reputazione messa a dura prova, Clarkson non ha perso tempo a lanciarsi in una serie di commenti taglienti. In un articolo sul Times, ha affermato: “Vi avevo avvisati 17 anni fa che non ne sarebbe venuto niente di buono. Ma avete scelto di credere a Musk”. Queste parole pesanti sono cariche di un rancore che solo un lungo litigio può giustificare.
Perché Clarkson è così arrabbiato? La risposta è semplice: il giornalista ha sempre visto Tesla come un simbolo di eccesso e illusione. La promessa di un futuro sostenibile, spacciata da Musk, appare ora sempre più fragile. Le difficoltà nel fornire un servizio post-vendita adeguato, insieme a problemi di produzione e qualità, hanno alimentato le critiche di chi, come Clarkson, non ha mai risparmiato frecciate. Ha aggiunto: “Ora, mentre ti trovi in fila per usare i mezzi pubblici, alcuni ti supereranno con le loro vere auto e ti chiameranno co**”, con la sua tipica ironia tagliente.
Sta andando così male?
La situazione di Tesla è emblematica di un’industria che sta cambiando, ma non necessariamente in meglio. La crisi attuale della casa automobilistica texana non è solo un problema di mercato, ma un vero e proprio campanello d’allarme. Le promesse di Musk sono state molte, ma i risultati sono sempre più incerti: mancano ancora la famosa entry level Tesla Model 2, promessa anni fa, Toyota ha superato il brand nella lista di auto più vendute del 2024 e i dazi – ironia della sorte proposti da Donald Trump stesso – non hanno giovato a Tesla che ha megafactory anche all’estero. La domanda è: quanti ancora crederanno nel messia delle auto elettriche dopo questo ennesimo scivolone?

Clarkson non si è limitato a criticare Tesla. Ha anche messo in discussione l’intero modello di business di Musk, evidenziando le contraddizioni di un’azienda che, pur vantando una visione futuristica, sembra essere intrappolata in una crisi di identità. Gli utenti Tesla, una volta visti come pionieri della mobilità sostenibile, si trovano ora a dover difendere la loro scelta in un mondo che non perdona.
In questo scontro ideologico, chi uscirà vincitore? Solo il tempo lo dirà, ma una cosa è certa: il dramma tra Clarkson e Musk è ben lungi dall’essere risolto. Il mondo automobilistico osserva con trepidazione, pronto a scommettere su chi avrà l’ultima parola.