History
Pain is temporary, glory is forever. I piloti lo sanno bene
Il nostro Ducatista Integralista vuole sottolineare come Andrea Iannone ad Aragon ha dato prova di grande coraggio. Come un illustre precedente pilota Ducati, che corrisponde al nome di Troy Bayliss
“Tagliatemi il dito voglio correre gara2”. Qualsiasi ducatista che si rispetti conosce l’aneddoto di Troy Bayliss, quando durante gara1 del GP d’Europa a Donington nel 2007, cadde rovinosamente procurandosi il distaccamento della seconda falange del mignolo e si presentò ai medici pronunciando la famosa frase. Sappiamo tutti come finì: Troy Bayliss non partecipò alla seconda manche perchè troppo pericoloso e soprattutto per un netto divieto ricevuto da Davide Tardozzi.
Correre sarebbe stato anche fattibile grazie agli antidolorifici, ma purtroppo il dito gli fu amputato ugualmente. Questa è stato probabilmente uno degli episodi più emblematici del coraggio dei piloti nel voler tornare in sella dopo un infortunio, ma anche quella a cui abbiamo assistito in questi giorni può essere scritta nell’albo d’oro della tenacia dei piloti. Sto parlando del tentativo di rientro di Andrea Iannone ad Aragon, pur soffrendo per una vertebra fratturata.
Il pilota di Vasto ha fortemente voluto provare a correre al GP d’Aragon, dopo la frattura rimediata nelle prove del GP di San Marino sul circuito di Misano. Iannone è salito in sella venerdì mattina partecipando alla prime prove libere, e ha conquistato una sorprendente sesta posizione. Nel caso di Andrea la ragione ha prevalso sull’incoscienza, perchè non c’erano le condizioni per correre e finire la gara in sicurezza.
Però il solo fatto fatto di averci provato, nonostante l’anno prossimo vestirà altri colori in moto, gli rende onore. Cosa che in molti non gli attribuiscono per via della sua vita privata molto mondana e “gossippara” dell’ultimo periodo. La storia delle corse motociclistiche è costellata di momenti drammatici, trasformati in imprese eroiche, e alcune di queste riguardano anche il futuro pilota Ducati Jorge Lorenzo, continuando una tradizione di piloti duri e puri e disponibili ad affrontare il dolore pur di correre.
L’attuale Campione del Mondo in carica durante il week end di Assen del 2013, riportò la frattura della clavicola in FP2 dopo una caduta rovinosa avvenuta ad altissima velocità. Grazie ad un’intervento chirurgico a tempo di record, lo spagnolo riuscì a prendere il via alla gara svoltasi come di consuetudine il sabato, con appena due giorni tra operazione e recupero. In un solo giro Lorenzo riuscì a sorpassare ben 7 piloti, terminando la gara in quinta posizione.
Qualcosa di incredibile, sia a livello di risultato, ma soprattutto per il coraggio e la costanza dimostrati in gara. Al parco chiuso, all’affermazione di Paolo Beltramo: “Sei un eroe” !!! Lui rispose:”Gli eroi sono le persone che faticano ad arrivare a fine mese, io faccio una vita bellissima e mi pagano anche per questo“.
Sempre Jorge Lorenzo, da rookie nel 2008 a Le Mans, corse e arrivò secondo con entrambe le caviglie rotte, alla faccia del popolo del web che lo apostrofa come “piagnone“. Se la vittoria è la ricompensa per una grande prestazione, il coraggio di partecipare nonostante il dolore, supera di gran lunga l’iscrizione ad un albo d’oro. Resta per sempre impressa nella memoria degli appassionati, perché ti trasforma da campione in eroe e per entrare nella leggenda serve prima essere eroi. Pain is temporary, glory is forever.