MotoGP

Valentino Rossi, Brembo lo incorona re delle staccate in MotoGP

Una costante lega i 115 successi di Valentino Rossi: l’impianto frenante marcato Brembo che il pilota nella sua ventennale carriera ha contribuito ad innovare

Valentino Rossi è considerato spesso una sorta di mito che sfida le leggi della natura. Alla soglia dei 40 anni continua a competere per il suo 10° titolo mondiale in MotoGP, in molti si chiedono quale sia il segreto del Campione di Tavullia ma considerando tutto forse l’elenco sarebbe troppo lungo da condensare in una lista. Tuttavia, analizzando al microscopio i 20 anni di carriera del Dottore, si nota che in realtà una costante c’è: i freni Brembo. C’è da dire che di sicuro Rossi è uno che i freni li sa usare: il Dottore è infatti uno degli staccatori migliori della classe regina. Se prendiamo in esame la gara del Mugello il pilota della Yamaha è risultato il migliore di questa particolare competizione. Brembo è talmente fiera di questa collaborazione ventennale da aver deciso di confrontare l’impianto frenante della prima e dell’ultima moto con le quali Rossi ha vinto: l’Aprilia Rs125 e la Yamaha YZR-M1.

Tra le due moto ci sono la bellezza di 21 anni di evoluzione durante i quali anche lo sviluppo tecnico ha fatto passi da gigante permettendo non solo a Valentino Rossi ma a tutti i piloti di raggiungere prestazioni impensabili in passato. Basti pensare ad esempio che sull’Aprilia non c’era la pinza monoblocco, ma una composta da due pezzi ad attacco assiale e 4 pistoni a completare l’impianto frenante anteriore Brembo con un disco di 273 mm. Nel 1996 infatti solo le più potenti 500 avevano impianti che oggi sembrano una cosa banalissima, presente sulla maggioranza delle moto di serie e persino su alcuni scooter.

Un’altra innovazione che mancava 20 anni fa era la pinza ad attacco radiale che fu provata proprio da Valentino Rossi nel 1998 che in 250 la montò sulla sua Aprilia contribuendo di fatto allo sviluppo di questa soluzione Brembo. Insomma un matrimonio fortunato fin da subito che ha anche portato dei benefici per la MotoGP moderna. L’accoppiamento radiale infatti permette di stressate meno la pinza che grazie ad una maggior rigidità nella fase di rotazione si deforma meno. In più oppone una resistenza maggiore riducendo le deformazioni elastiche che di fatto assorbirebbero troppa energia: insomma questo attacco rende più rigido l’intero sistema frenante permettendo di ottenere risultati decisamente migliori e regalando maggior feeling al pilota.

Gli anni sono passati anche da quel lontano 1998 ma Valentino Rossi l’attacco radiale della pinza non lo ha più lasciato e oggi la Brembo in MotoGP permette anche di scegliere due soluzioni alle quali affidarsi: la light duty per le pastiglie standard e la heavy duty per quelle high mass che permettono un raffreddamento più rapido delle pinze.

Rimanendo in tema innovazioni tra il 1996 e il 2017 si osserva che anche i dischi Brembo sono molto cambiati. Il materiale innovativo, frutto dell’evoluzione del carbonio, garantisce un peso minore rendendo la moto più maneggevole rispetto ai dischi in acciaio migliorando così le prestazioni. Come per le pinze ad oggi in MotoGP i piloti hanno la possibilità di scegliere tra più opzioni anche per i dischi: 4 dischi per ogni gara con diametri e fasce diversi. Quello usato da Valentino Rossi nell’ultima vittoria ad Assen è un 340 mm a fascia alta che permette forti staccate ma questa versione si trova anche con a fascia bassa mentre le altre due specifiche sono accoppiate ad un disco di 320 mm. Considerando che per adesso il ritiro del Dottore sembra essere lontano ci possiamo aspettare che lui e la Brembo svilupperanno ancora molto, continuando insieme a vincere ed innovare il mondo delle due ruote.

Alice Lettieri

Aspirante giornalista sportiva, nei circuiti mi sento a casa e penso che niente sia paragonabile al rombo di una moto.

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