History
Sete Gibernau e la spallata di Valentino Rossi a Jerez 2005
La celebre ultima curva di Jerez ha regalato sempre spettacolo, ma tutti la ricordano per una spallata storica datata 2005. Quella con cui Valentino Rossi cancellò Sete Gibernau dai radar
Quando sei un rivale di Valentino Rossi, devi essere pronto a difenderti in ogni modo. Perchè Valentino è un grande attaccante, è un eccellente stratega ed è uno che non disdegna interventi a gamba tesa. Specialmente se si è all’ultimo giro di un GP, una gara che vuole vincere a tutti i costi. A Jerez nel 2005 Sete Gibernau stava recitando il ruolo del malcapitato avversario di turno. Lo definiamo così, perchè in 20 anni di carriera Rossi di avversari ne ha avuti tantissimi, più di chiunque altro. Molto spesso ha vinto, e qualche volta gli è andata male. Ma su una cosa si può essere tutti d’accordo quando si parla di Valentino Rossi: ci ha sempre provato fino alla fine.
Facendo un salto nel passato, ed appunto al 2005, ci ritroviamo in una MotoGP completamente diversa dall’attuale. Non c’è ancora la diffusione di massa di Facebook, Instagram e Twitter, perciò anche il contorno e la comunicazione sono totalmente diversi. Le moto sono ancora legate ai primi esperimenti elettronici sui 4 tempi dopo l’introduzione targata 2002 della categoria MotoGP, e Valentino Rossi è in piena epoca di totale imbattibilità. Ha conquistato i titoli della classe regina a partire dal 2001 e nessuno appare in grado di fermarlo neanche in sella alla Yamaha M1, teoricamente una moto inferiore alla Honda RC211, la magnifica cinque cilindri schierata dal colosso di Tokyo per stupire il mondo.
La definiamo “teoricamente” inferiore perchè da quando Valentino è sbarcato sul pianeta Yamaha, la M1 è diventata sempre più veloce ed è cresciuta moltissimo rispetto all’epoca di Biaggi e successivamente Barros. Appare chiaro che la Casa di Iwata abbia deciso di investire tantissimo in MotoGP, come mai fatto in precedenza, e i risultati parlano da soli. Rossi si è laureato campione del mondo 2004 al debutto in sella a quella che era definita la Cenerentola del Paddock dalla maggior parte dei rivali. Per quanto possa essere stato importante il contributo di Rossi, è chiaro che la Yamaha abbia anche speso tanto per far diventare la M1 un’arma totale.
L’unico che nel corso della stagione 2004 era riuscito ad impensierire minimamente Rossi era stato Sete Gibernau. Lo spagnolo del Team Gresini era stato in grado di vincere quattro gare, conquistando il secondo posto nel mondiale alle spalle di Valentino. Ma la rivalità violenta, quell’episodio capace di infiammare gli animi, era in realtà arrivato in Qatar, a Losail. Si tratta della prima volta che la MotoGP corre sul tracciato nel deserto, e lo fa ancora di giorno. Valentino Rossi viene squalificato e gli vengono cancellati i tempi delle prove ufficiali su segnalazione del box di Gibernau. Alcuni meccanici di Rossi si erano infatti recati in griglia a “gommare” con lo scooter la posizione di partenza, per avere maggior grip al momento dello start della gara. Lo spagnolo notò l’episodio segnalandolo ai commissari, e la squalifica fece impennare la rivalità tra i due. Non essendo in grado di batterlo in pista, lo spagnolo aveva trovato il modo di danneggiare il rivale. Nella gara, Gibernau riuscì a vincere mentre Rossi, partito dal fondo della griglia, cadde forse preso dalla foga del recupero.
Non c’era alcun dubbio su chi tra i due piloti fosse il più forte, ma quel gesto Valentino non lo digerì affatto. Nelle tre gare successive, Rossi vinse sempre regalando anche la perla di Phillip Island, quando pur potendo accontentarsi del secondo posto per diventare campione, fece un sorpasso incredibile a Gibernau a poche curve dal traguardo, facendo valere la legge del più forte e schiacciando prima di tutto psicologicamente il rivale. In quel momento non c’erano in gioco solo punti, era anche una questione di orgoglio.
Lo stesso orgoglio che accompagnò Valentino nell’ultimo giro del GP di Jerez 2005, tappa di apertura del mondiale. Rossi e Sete Gibernau offrirono un autentico show negli ultimi giri, con sorpassi e risposte sul filo dei millesimi. Tanti incroci, qualche sbaglio ed in gioco una posta molto alta. Per Valentino era fondamentale vincere subito e dimostrare di essere il più forte, senza alcuna riserva. Serviva per fare morale e soprattutto per distruggere quello del rivale.
Rossi commise un errore nell’ultimo giro, permettendo a Gibernau di prendere qualche decimo prima della bandiera a scacchi. Con una cattiveria incredibile e la voglia di vendicarsi ancora dopo quella squalifica in Qatar, Valentino fece mezzo giro da urlo e riuscì a riprendere la ruota della Honda dello spagnolo all’ingresso della tripla che a Jerez conduce all’ultima staccata. Una curva che, ironia della sorte, oggi è intitolata a Jorge Lorenzo, e che all’epoca era semplicemente la 13. Una curva a gomito, che rappresenta il posto perfetto per tentare un attacco disperato. La staccata è decisiva e se arrivi in testa in questo punto della pista all’ultimo giro, devi aspettarti qualsiasi cosa. Gibernau lo sa bene, e cerca di chiudere la traiettoria, di chiudere ogni spiraglio. Ma alle sue spalle c’è Mr MotoGP in persona, c’è il pilota migliore della storia del motociclismo nel suo momento di forma migliore. Resistergli è quasi impossibile.
Valentino Rossi affonda il colpo, va all’interno anche se non è vicinissimo nel punto di attacco della staccata. I due si affiancano, e nessuno molla. L’impatto è violento, ma Rossi ha ormai la moto davanti a quella dello spagnolo, che è costretto a raddrizzare per non cadere e va larghissimo, spianando la strada all’impennata liberatoria di Rossi, che passa in solitaria sul traguardo. Una volta giunti al parco chiuso, lo sguardo di ghiaccio che Rossi rivolge a Sete Gibernau vale più di una enciclopedia. Lo spagnolo incassa, anche se mima un forte dolore alla spalla dovuto all’impatto.
Tutti capiscono che il vero dolore non è alla spalla, ma un pò più su. E’ nella mente e forse nel cuore che ci sono i maggiori dolori per lo spagnolo, ferito nell’orgoglio da tutta la rabbia agonistica di Valentino Rossi, alla quale non ha saputo rispondere.
Questo episodio segnò la stagione, perchè Sete Gibernau non riuscì mai più a tornare su quei livelli. Fu il suo compagno Marco Melandri a crescere ed anche tanto, ma lo spagnolo passò dal ruolo di rivale per Valentino Rossi a quello di comprimario. Finì il campionato in settima posizione, e davvero non sembrò mai più lo stesso. Valentino con quella spallata era riuscito ad ottenere l’effetto che voleva, e forse anche di più. Aveva battuto un rivale in pista, ed aveva rimesso a cuccia l’unico del gruppo che tentava in qualche modo di ostacolare la sua marcia trionfale. Sono passati tanti anni, eppure quella stessa rabbia agonistica si può ancora leggere negli occhi di questo infinito campione. E’ anche per questo se a 38 anni suonati, è anche oggi leader del mondiale. Proprio come dopo quella spallata.