Superbike
Perchè la Ducati vince solo con Davies
La doppietta raccolta in gara da Chaz Davies è un’ottima notizia per i tifosi Ducati. Ma lo è altrettanto per gli ingegneri di Borgo Panigale? Chaz è stato finora l’unico a vincere con questa moto e le altre Panigale in pista sono lontane
Quando Valentino Rossi è arrivato in Ducati per correre in MotoGP nel 2011, l’allora gran capo di Ducati Corse, Filippo Preziosi, voleva fare in modo che la Desmosedici diventasse una moto che poteva essere portata al limite da tutti e non solo da Casey Stoner. L’impresa si rivelò decisamente ardua e il matrimonio più celebrato della storia recente finì decisamente male, lasciando un reparto corse dilaniato, che fu preso per mano da Gigi Dall’Igna. Oggi sta lavorando per tornare alla vittoria in MotoGP. La GP15 ha segnato il punto di svolta ma in generale la Ducati è tornata ad essere una moto molto ambita anche da tutti i team privati, con tanti piloti che riescono a mettersi in mostra anche con le versioni più antiquate della Rossa di Borgo Panigale.
Manca la ciliegina della vittoria, ma presto arriverà anche questa. E in SBK come sono andate le cose? L’avvento della Panigale avrebbe dovuto riaprire un epoca di dominio per la Ducati nel campionato che l’ha resa celebre nel mondo delle corse. Invece i primi anni sono stati difficilissimi, con tantissimi problemi ed una moto che sembrava non voler andare. Il regolamento restrittivo, forse qualche scelta umana sbagliata e una non precisa direzione tecnica hanno davvero rallentato il processo di crescita della moto, che sono da un paio di stagioni sta diventando competitiva al livello delle migliori avversarie in pista.
Eppure questa crescita della moto sta vivendo il proprio culmine solo con un pilota: Chaz Davies. Il gallese è stato l’unico in grado di portarla alla vittoria nel World SBK. La moto in configurazione Stock1000 è sempre stata competitiva e anche nei vari campionati nazionali SBK ha regalato soddisfazioni con Fores e Lanzi in IDM e quest’anno con Byrne nel BSB. Eppure nel mondiale per ora sembra di assistere ad un déjà vu di quanto vissuto in MotoGP con Casey Stoner, che è anche un grandissimo amico di Davies.
Solo l’australiano Mannaro riusciva a portare al limite quella magica DucatiGP dal telaio inesistente e i risultati che riusciva a raccogliere lui hanno per anni tratto in inganno i tifosi ed anche gli ingegneri, facendo credere di avere tra le mani una moto vincente, mentre l’unica cosa davvero vincente era il polso destro di Casey Stoner.
Il rischio grosso è che oggi stia succedendo esattamente questo con i successi di Chaz in sella alla Panigale SBK. Il suo compagno di team Davide Giugliano non riesce ad esprimersi al massimo e Xavi Fores che ha una moto molto simile a quella ufficiale stenta parecchio a tirarne fuori il massimo. Matteo Baiocco conosce la moto perfettamente e l’ha fatta crescere negli anni, ma al momento ha a disposizione in VFT una lontana parente dell’ultima evoluzione della moto Factory e sta facendo cose egregie in pista.
L’unico che davvero riesce a portare questa moto sempre al limite è lo spilungone Chaz, che è anche l’unico ad avere una presenza fisica così importante, superando di slancio il metro e ottanta. Davies ha trovato la chiave per sfruttare tutto il potenziale di questa bellissima moto. Il dominio messo in mostra nei weekend di Imola e Aragon potrebbero illudere che la Panigale sia finalmente la moto da battere in griglia.
#ImolaWorldSBK @chazdavies and @DucatiMotor do the double at @autodromoimola! Congratulations! https://t.co/8DDMAJnSO3
— WorldSBK (@WorldSBK) 1 maggio 2016
La verità è che oggi il binomio Davies-Panigale funziona in SBK con la stessa alchimia con cui funzionava lo Stoner-DucatiGP. Le prestazioni di Chaz possono anche trarre in inganno riguardo il reale potenziale degli altri piloti Ducati. E’ facile mettere sul piatto le prestazioni di Davide Giugliano e paragonarle a quelle del pilota britannico, ma bisogna ricordarsi che durante quasi tutto il 2015 l’italiano è stato alle prese con un recupero fisico delicatissimo e non ha partecipato allo sviluppo della moto in maniera attiva.
Questo può aver allontanato lo sviluppo dalla direzione che Giugliano gradiva, consegnando di fatto a Chaz le chiavi per cucirsi addosso la classica moto perfetta. Una moto che però sembra riuscire a sfruttare al massimo solo lui. Per ora questa condizione può anche andare bene, ma sappiamo tutti come sono andate le cose in Ducati quando Stoner ha salutato la compagnia. Non è da escludere che la cosa possa capitare in futuro con Davies, già corteggiato anche dalla MotoGP.